Le immagini della sedicenne Greta che lancia un’occhiataccia a Donald Trump e che bacchetta con asprezza i grandi del mondo riuniti all’Onu ad ascoltarla sono francamente inquietanti. E ancora più inquietante il fatto che tutti prendano le sberle senza reagire, e che i media continuino a costruire attorno a questo personaggio un involucro esplosivo. Lasciamo da parte ogni possibile spunto polemico che può portare fuori strada. Hanno scavato dietro e intorno a Greta: manipolata, pilotata, costruita a tavolino? Non ci interessa. La ragazzina può essere un genio come ne nascono una volta ogni secolo, puo’ avere una ispirazione divina. Nemmeno questo ci interessa. Ma l’ipocrisia e la retorica che aleggia attorno a Greta fa paura, non affascina affatto. E non è pensabile che i grandi del mondo, gli uomini che governano i grandi imperi finanziari, i burattinai, insomma, si facciano impaurire dalla rivoluzione green impostata in questo modo balordo. Che il pianeta abbia sbagliato strada è fuor di dubbio, faticosamente si sta cercando di raddrizzare la situazione. Ma i potentissimi media che oggi pompano Greta potrebbero con il loro potere cambiare radicalmente l’approccio dei governi, dei singoli, delle collettività e spingerli verso una realistica ed efficace rivoluzione green. Abbiamo bisogno di romantici sognatori green, di giovani entusiasti e determinati, ma anche di restare con i piedi per terra. Servono leader con il pelo sullo stomaco per imporre cambi di rotta epocali (e convenienti nel medio termine), non piccoli personaggi che si fanno emozionare dalle Greta di turno. Gli egoismi nazionali fanno il bello e il cattivo tempo, ma anche i più sbadati tra i governanti del mondo stanno capendo l’antifona. O si cambia o si muore. E in questa direzione per gradi si dovrebbe lavorare. Le emissioni? La plastica? L’alimentazione? Si può fare. Senza scaldarsi tanto e senza slogan. Perché il grosso rischio è che le buone intenzioni si esauriscano con l’applauso di maniera alla sedicenne Greta. I giovani spaventano, non sono più quelli di una volta. Ma per cambiare davvero servono intelligenza e saggezza. Soprattutto la seconda.