Il presidente emerito della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, è attualmente in una situazione di grave preoccupazione per la sua salute. Dopo essere stato ricoverato in una clinica romana per circa 4 mesi, le sue condizioni di salute si sono notevolmente deteriorate nelle ultime 24 ore.
Il senatore a vita, che ha 98 anni, non sarebbe più collegato alle macchine di supporto vitale, compreso il supporto alla respirazione, ma il suo cuore continua a battere regolarmente. La notizia del peggioramento delle sue condizioni ha attirato l’attenzione dei media, che si sono radunati fuori dalla clinica di Monteverde Vecchio in cerca di notizie. Tuttavia, la famiglia ha vietato l’accesso dei giornalisti all’interno dell’edificio sin dalle prime ore del mattino.
Le forze dell’ordine, comprese la Polizia e i Carabinieri, hanno presidiato la zona per tutto il giorno e sembra che continueranno a farlo nelle prossime ore per garantire la sicurezza e la privacy della famiglia di Napolitano.
Accanto a Napolitano ci sono la sua famiglia, in particolare il figlio Giulio, che è tornato al suo fianco anche in serata, e sua moglie Clio, 89 anni, che è stata riaccompagnata a casa prima di pranzo. Il suo consigliere per la comunicazione, Gianni Matteoli, è anch’esso rimasto vicino all’ex presidente ed è responsabile dei rapporti con i media.
Napolitano aveva subito un intervento chirurgico all’addome presso l’ospedale Spallanzani di Roma il 21 maggio 2022. Questa era la sua seconda operazione dopo aver lasciato il Quirinale nel 2015. Nel 2018 era stato ricoverato per un improvviso malore e aveva subito un complicato intervento all’aorta. Da allora, aveva ridotto la sua presenza fisica a Palazzo Madama ma aveva continuato a seguire la vita politica italiana con attenzione.
In queste ore di preoccupazione per la sua salute, molti esprimono indignazione per gli attacchi e gli insulti rivolti a Napolitano sui social media. Molti politici e figure pubbliche chiedono alle autorità di individuare e punire i responsabili di tali comportamenti offensivi.