A poco più di un anno dall’inizio del processo per il crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 con 43 vittime, sono stati raggiunti importanti sviluppi. Con quasi 170 testimoni dell’accusa sentiti in 84 udienze, il processo è entrato nella sua fase cruciale, con la sentenza attesa non prima del 2024. Nel frattempo, la procura ha richiesto il rinvio a giudizio per 47 persone nel filone bis che riguarda le autostrade liguri.
Il processo principale coinvolge 58 imputati, tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e Spea (l’ex controllata per la manutenzione), funzionari del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche della Liguria. Autostrade e Spea hanno patteggiato un risarcimento di quasi 30 milioni di euro. L’accusa sostiene che il crollo sia stato causato da anni di mancate manutenzioni al fine di distribuire maggiori dividendi ai soci.
Il processo è stato caratterizzato da udienze frenetiche e toccanti testimonianze dei sopravvissuti, oltre a rilievi tecnici dei periti che hanno indagato sulle cause del collasso. L’ex vertice di Atlantia, la holding di Autostrade, ha testimoniato, svelando dettagli rilevanti. Si è trattato di un procedimento intricato, tanto che ai procuratori Massimo Terrile e Walter Cotugno si è affiancato il collega Marco Airoldi.
L’autunno porterà gli esami degli imputati, tra cui l’ex Ad di Autostrade Giovanni Castellucci. Successivamente, verranno ascoltati i testimoni delle difese. Inoltre, nel prossimo autunno potrebbe iniziare l’udienza preliminare per il filone bis, coinvolgendo gran parte delle stesse persone del processo principale. Questa indagine si focalizza su falsi rapporti sullo stato dei viadotti, barriere antirumore pericolose e altri problemi di sicurezza nelle infrastrutture autostradali.
La ricerca di giustizia è stata un cammino lungo e doloroso per i familiari delle vittime. Giovanna Donato, ex moglie di una delle vittime, ha espresso il suo amaro disappunto per la lentezza del processo e l’assenza di risultati tangibili. Ha sottolineato l’importanza di fare luce su ciò che è accaduto quel fatidico giorno, mantenendo viva la memoria delle vittime e lottando per una maggiore tutela dei cittadini nel futuro.