
I genitori del ragazzo che, lo scorso ottobre, ha sparato alcuni pallini di gomma contro la professoressa Maria Cristina Finatti durante una lezione all’istituto tecnico Viola Marchesini di Rovigo, sono passati al contrattacco. Dopo mesi di silenzio, la famiglia ha deciso di reagire al “processo mediatico” che si è sviluppato attorno al caso, alimentato anche dalle dichiarazioni pubbliche della docente. La famiglia ha annunciato la possibilità di intraprendere azioni legali sia a livello penale che civile, per diffamazione attraverso i media e per ottenere un risarcimento per i danni morali subiti dal ragazzo a causa delle notizie “non veritiere” diffuse.
L’avvocato della famiglia, Nicola Bergamini, ha sottolineato alcune circostanze che, secondo lui, non sono state raccontate correttamente. Ha affermato che la famiglia non contesta l’episodio e che il ragazzo si è scusato personalmente e più volte, fin dal giorno stesso dell’incidente. Bergamini ha precisato che il ragazzo ha inviato una mail di scuse alla professoressa poco dopo l’accaduto e ha cercato di mettersi in contatto con lei per scusarsi di persona. La docente ha risposto dopo un’ora, apprezzando il fatto che il ragazzo avesse compreso la gravità dell’accaduto, accettando le scuse e ritenendo inutile un incontro personale. Nei giorni successivi, il ragazzo ha avuto altre occasioni per scusarsi, sia a scuola che in presenza dei genitori.
La famiglia contesta la costante affermazione della professoressa Finatti di sentirsi abbandonata e parla in modo generico della scuola. Secondo l’avvocato, la presenza costante dei media intorno alla docente ha portato alla diffusione di notizie non veritiere che danneggiano l’immagine del ragazzo, dipingendolo come un “mostro”. Nonostante ciò, il ragazzo sta continuando a svolgere volontariato, ritenendo giusto il percorso di rieducazione. L’avvocato Bergamini ha concluso affermando che se si continuerà a generalizzare sul comportamento del ragazzo in modo non veritiero, la famiglia sarà pronta a tutelare la sua immagine, sia legalmente che civilmente.