A quanto pare sta per saltare tutto, l’avventuroso progetto di governo giallo-verde sta per squagliarsi come neve al sole di ferragosto. Lasciamo da parte per un attimo le polemiche, le guerre intestine, le posizioni, gli sgarbi e gli sgambetti. Colpa di Salvini, colpa di Di Maio? Par di sentirli gli analisti politici: il leader leghista forza la mano perché è convinto che sia il momento migliore per scrollarsi di dosso l’alleato/avversario grillino. Pensa di avere i numeri, un livello di consenso sufficiente a sparigliare e uscire indenne dalla crisi. Ha fatto bene i suoi conti? E se sbagliasse qualcosa, dove andrebbe a finire il paese? C’è una alternativa in tempi rapidi? Soprattutto, c’è sul serio una alternativa? Gli egosimi politici rischiano di mandare a fondo il paese in un momento in cui servirebbe invece una collaborazione di fondo per risalire la china. Proprio mentre i due partners di governo dovrebbero dimostrare senso politico e di responsabilità accantonando i dissidi e congelando i punti sui quali il disaccordo è totale, si decide di far saltare il banco. E non c’è voce autorevole che richiami tutti all’ordine. Caos completo e totale. Due egoismi politici a confronto, quello di Salvini e quello di Di Maio. Certi di sopravvivere comportandosi in questo modo? No, non possono essere così ingenui. Ma mollare ora significherebbe per loro perdere la faccia. Il loro ego è più importante dell’interesse del paese? Altri egoismi sono meno rilevanti, in questo momento, nel gioco politico. Quello della Meloni, decisa a imbarcare tutti pure di fare il governo con Salvini, quello di Berlusconi, deciso a restare in gioco ad ogni costo quando tutto gli consiglierebbe il contrario, quello di Zingaretti, a caccia di un varco per tornare in superfice. In mezzo ci sono gli elettori, improvvisamente di fronte a scenari da incubo