IN PRIMO PIANO/ Le inquietanti classifiche del malaffare italiano. La città eterna è la capitale nazionale dello spaccio, possiamo fare qualcosa? L’indice di criminalità generale vede invece in testa Milano, ma il sesto posso non rassicura i romani
Milano al top dell’universo criminale, Roma capitale dello spaccio. Forse nessuno fin qui aveva percepito con chiarezza questi due segnali. Che il capoluogo lombardo sia una città pericolosa ce lo racconta la cronaca quotidiana, che nella capitale scorresse un fiume di droga tanto da valere un tragico primato forse non era chiaro a tutti. Adesso ci aiuta il Sole 24 ore che pubblica ogni anni l’indice della criminalità in Italia e che determina ora le posizioni nell’eterna battaglia tra le due città più importanti del paese. Quali che siano i criteri e la attendibilità oggettiva dei dati la classifica fa sempre discutere e mette in rivalità i maggiori centri della penisola, quelli dove la tensione e la violenza si respirano ogni giorno. Certo la sequenza dei numeri è arida e non dà la misura del pathos, dell’atmosfera che caratterizza l’ambiente urbano. I dati su cui è costruita l’analisi sono quelli forniti dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno e fotografano i delitti “emersi” in seguito alle segnalazioni di tutte le forze di Polizia. La graduatoria viene costruita rapportando i reati commessi alla popolazione Istat. I reati non denunciati non sono conteggiati e questo condiziona la classifica, in determinate province, specie quelle del nord, il coraggio e il senso civico che porta alla denuncia è più forte che altrove
Dunque Milano si conferma la città con più reati commessi e denunciati.,Roma invece, nella classifica generale sale al sesto posto, scavalcando Prato. In calo per entrambe i reati denunciati: nel 2018 a Milano 7.017 le denunce di reati ogni 100.000 abitanti; Roma invece si ferma a quota a 5201 denunce, contro le 5323 dell’anno precedente. Da sottolineare in particolare che in generale nella Capitale salgono i casi di tentati omicidi e i reati connessi agli stupefacenti. Stabile il numero degli omicidi consumati a Roma, 18 quelli del 2018. Aumenta invece il numero dei tentati omicidi, passati dagli 89 del 2017 ai 101 del 2018. Diminuiscono, in termini assoluti, i furti anche se per alcune fattispecie di reato i numeri presentano un segno più rispetto allo scorso anno. Quelli con strappo passano da 1896 a 1703; quelli con destrezza da 24863 a 22996; quelli nelle abitazioni invece registrano un leggero aumento, da 11667 a 11881. Calano i furti negli esercizi commerciali: 7533 nel 2018 contro i 7933 del 2017. Aumentano invece i furti di auto da 17047 a 17285. Salgono anche le rapine 3122 contro 3024. Ancora, salgono le estorsioni, passate a 688 contro le 579 del 2017. In diminuzione i casi di usura denunciati, passati da 21 a 13. In salita i casi di associazione di stampo mafioso: nove i casi nel 2018, contro i 2 dell’anno precedente. Un dato che trova un parallelo per quanto riguarda il riciclaggio con 157 nel 2018 contro i 118 casi del 2017. Preoccupante il dato dei reati connessi agli stupefacenti saliti a 117 ogni 100.000 abitanti. L’anno precedente erano 105: ora Roma in questa speciale classifica è al primo posto e precede Genova.
Ma Roma oggi, di diceva è soprattutto capitale della droga. . In città sono state presentate, nel 2018, una media di 117 denunce ogni 100mila abitanti per un totale di 5.105 reati registrati in tema di produzione, traffico e spaccio di stupefacenti. Una realtà sotto gli occhi di tutti in certe aree, non percepita in altre. Ma nella piazza di Roma – e lo dicono gli esperti del settore, le forze dell’ordine, i magistrati, gli operatori socio-sanitari – c’è spazio per tutti. Cocaina, eroina, hashish, cannabis: un giro d’affari stimato in almeno 50 milioni di euro all’anno che ingrassano i portafogli di mala romana, ’ndrangheta, camorra e Cosa nostra. Senza contare gli affari dei “broker” che da qui gestiscono i traffici con Sud America, Nord Africa ed Est Europa. Sono decine i clan che inondano la Capitale di stupefacenti e si spartiscono i territori dove vendere. E centinaia sono le piazze di spaccio dal centro alla periferia, che funzionano contemporaneamente, 24 ore su 24. Piazze “aperte” come quelle del centro storico o dei quartieri della movida – da Trastevere a Ponte Milvio, fino a San Lorenzo, il Pigneto – dove coca e fumo si possono comprare direttamente in strada. I media e le fiction televisive scandagliano altre realtà, quelle del napoletano, ad esempio, ma a quanto pare Roma da questo punto di vista batte tutti. E le cronache dei giornali capitolini raccontano di tanto in tanto, appoggiandosi ai fatti di cronache delle piazze “chiuse”, come in periferia, dove sentinelle e videocamere consentono agli spacciatori di controllare il territorio di compravendita: le più importanti sono Tor Bella Monaca, San Basilio, la Romanina. Le dosi sono alla portata di tutti: pochi euro per un grammo di “fumo” o di “erba”, da 15 a 30 per una dose di coca o di eroina. Le cosiddette azioni di contrasto non sono sufficienti, evidentemente, e la città ha tante altre emergenze da risolvere. Intanto ci teniamo questo primo posto in classifica.