Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato dichiarato vincitore dalla commissione elettorale, ottenendo così la sua terza elezione diretta consecutiva come capo dello Stato con il 52% dei voti. Nonostante la vittoria, non si può parlare di un trionfo per Erdogan, poiché il fronte dell’opposizione guidato da Kemal Kilicdaroglu si è fermato al 47,9%, costringendo il presidente a vincere al ballottaggio, una situazione che non si era verificata nelle elezioni precedenti. Nonostante la sconfitta, Kilicdaroglu ha promesso di continuare la lotta per porre fine a quello che definisce un “regime autoritario” e per l’arrivo della libertà e della democrazia.
Erdogan ha festeggiato la sua vittoria dichiarando che “inizia il secolo della Turchia”, ma da domani dovrà affrontare una serie di problemi che si sono aggravati negli ultimi anni. Innanzitutto, vi è la difficile relazione con l’Occidente, con Ankara che ancora non ha dato il via libera all’ingresso della Svezia nella NATO. Inoltre, la situazione economica del paese è molto fragile, con un’alta inflazione che ha raggiunto il 43% e una lira turca in continua perdita di valore rispetto al dollaro. Un’altra questione spinosa per la futura amministrazione riguarda i migranti siriani ospitati in Turchia, che ammontano a quasi 4 milioni di persone. Erdogan ha promesso che un milione di loro tornerà “volontariamente” in patria, ma il presidente siriano Bashar al-Assad ha chiesto esplicitamente il ritiro delle truppe turche come condizione per normalizzare i rapporti e preparare il ritorno dei rifugiati.
Nonostante le sfide che attendono Erdogan, il presidente turco può contare sul sostegno di diversi leader internazionali. Putin, Orban, il Qatar, l’Azerbaigian, il Pakistan, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita hanno tutti congratulato Erdogan per la sua vittoria. Tuttavia, la vittoria alle elezioni presidenziali di Erdogan porta anche una novità, poiché ha deciso di tenere il suo discorso celebrativo non presso la sede del suo partito ad Ankara, come di consueto, ma dal palazzo presidenziale, da lui stesso costruito negli anni precedenti.
Mentre Erdogan guarda già alle elezioni locali del 2024, puntando a riconquistare Istanbul e Ankara che aveva perso cinque anni fa, i sostenitori del presidente celebrano sparando in aria e suonando i clacson delle automobili per le strade di Istanbul. Tuttavia, la Turchia rimane un paese profondamente diviso e la vittoria di Erdogan non è riuscita a ricomporre le divisioni interne.