Alcune proposte sono state presentate dal comitato di valutazione del reddito di cittadinanza istituito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e guidato da Chiara Saraceno in merito al reddito di cittadinanza. Tra queste aiuti più consistenti per le famiglie numerose e l’ abolizione dell’obbligo di spendere l’intero aiuto entro il mese successivo all’erogazione. La relazione è stata presentata in conferenza stampa. Saraceno ha spiegato che è una base da cui il Parlamento può partire per riflessioni.
La commissione, di cui fanno parte l’ideatore dell’Alleanza contro la povertà in Italia Cristiano Gori, il docente di Politica economica ed esperto di disuguaglianze Maurizio Franzini, il capo della direzione centrale Studi e Ricerche dell’Inps Daniele Checchi e la sociologa dell’ufficio Politiche sociali della Caritas italiana Nunzia De Capite, ha rilevato alcune criticità, ovvero i criteri di accesso, la difformità del sostegno a seconda dell’ampiezza e composizione della famiglia, i requisiti legati a reddito e ricchezza e l’implementazione dei patti per il lavoro e per l’inclusione sociale.
Tra le proposte presentate dal comitato vi sono la riduzione da 10 anni a 5 del periodo minimo di residenza in Italia richiesto ai cittadini extracomunitari per avere diritto al reddito. Poi la cosiddetta scala di equivalenza con l’intento di superare l’attuale metodo che penalizza le famiglie numerose a cui spetta una cifra bassa rispetto a quella per i single. Inoltre, un’altra proposta vuole differenziare il contributo per l’affitto in base alla dimensione del nucleo familiare, riducendolo per i nuclei formati da una sola persona e poi consentire un cumulo parziale tra reddito da lavoro e sussidio, in modo da non penalizzare chi accetta un’offerta. Infine, si chiede di considerare il patrimonio mobiliare e immobiliare in modo flessibile, ridefinire i criteri di lavoro congruo ed estendere gli incentivi anche alle imprese che assumono beneficiari con contratti a termine o part time.