Il tribunale del Lavoro di Roma ha condannato il Governatore al pagamento di un risarcimento di oltre 250 mila euro per aver danneggiato l’immagine della manager. A base della decisione: l’introduzione di clausole aggiuntive al contratto iniziale,l’aver messo in evidenza «un comportamento contrario a correttezza e buona fede» e l’aver «cagionato un danno ingiusto»

Il manager della sanità Isabella Mastrobuono
Il manager della sanità Isabella Mastrobuono

Isabella Mastrobuono, manager della Asl di Frosinone silurata dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a metà del suo contratto nell’autunno 2015, ha vinto le sue battaglie legali. Il tribunale del Lavoro di Roma ha condannato la Regione Lazio al pagamento di un risarcimento di oltre 250 mila euro. Una sentenza basata sul danno all’immagine che il giudice Claudia Canè ha sentenziato a favore della Mastrobuono, ritenendo colpevole la Regione Lazio di aver posto in essere «un comportamento contrario a correttezza e buona fede» e «cagionato un danno ingiusto ponendo in essere un comportamento colposo quanto negligente».

La rimozione della Matrobuono, ad onor di cronaca, ha avuto come conseguenza il pagamento da parte della Regione degli stipendi a due direttori generali, il manager rimosso e il commissario che l’aveva sostituita. Il giudice sottolinea nella sua decisione «L’illegittimità dell’operato della pubblica amministrazione nell’aver dato prevalenza nella valutazione ad un obiettivo non inserito inizialmente nel contratto con ciò sottolineando la mancanza di correttezza e buona fede nell’esecuzione del contratto».

Per il giudice Canè  non si può parlare di “errore scusabile” sulla legge – da parte della Regione che avrebbe dovuto reintegrare la manager – essendo stata chiaramente violata la norma di chiara lettura nel momento in cui non ha dato esecuzione alla sentenza Tar di reintegro della Mastrobuono alla Asl di Frosinone. Confermata la stessa tesi anche dal Consiglio di Stato.

Il giudice, infine, per la quantificazione del risarcimento ha tenuto conto del danno all’immagine della Mastrobuono. La diffusione «della notizia tramite articoli di stampa, il contenuto dei medesimi in cui si riportava la valutazione negativa dell’organismo indipendente di valutazione, la posizione sociale della ricorrente di Direttore Generale dell’ASL di una realtà di provincia come quella di Frosinone, candidata alla Direzione Generale dello Spallanzani, sono elementi sufficienti a far ritenere provato il danno all’immagine essendo discreditata la figura della ricorrente agli occhi della società. Né può rilevare il conferimento degli altri incarichi, i quali non eliminano la lesione all’immagine avuta dalla ricorrente a seguito del comportamento della Regione».