Nella storia della Rai, un capitolo significativo si è scritto con l’elezione di Riccardo Laganà, il primo consigliere scelto direttamente dai dipendenti di Viale Mazzini, in conformità con la riforma Renzi. La sua presenza ha rappresentato una luce nel buio di una governance confusa, offrendo una voce ai dipendenti e ai contribuenti che finanziano il servizio attraverso il canone.
Laganà ha assunto questa responsabilità con grande dedizione, consapevolezza e passione. Il suo percorso è iniziato nel 1996 quando è entrato a far parte del cuore pulsante della Rai, il Centro di produzione tv di Roma. La sua formazione in elettronica e tlc gli ha fornito una conoscenza approfondita dell’azienda, soprattutto della componente operativa che contribuisce alla realizzazione degli show, degli approfondimenti e dell’infotainment.
Fin dal suo ingresso in consiglio di amministrazione, Laganà ha abbracciato principi chiari: rappresentare gli interessi dei dipendenti, promuovere la valorizzazione delle risorse interne e garantire la trasparenza nelle operazioni aziendali. Ha dimostrato un impegno costante nel vagliare attentamente i documenti, votare in coscienza e difendere i valori del servizio pubblico e del pluralismo. Anche sui social media, ha reso pubblici i resoconti chiave delle riunioni del consiglio e si è schierato a favore del giornalismo investigativo.
Laganà non è stato soltanto un membro del consiglio, ma ha anche svolto un ruolo attivo all’interno di associazioni come Rai Bene Comune, Articolo 21, Associazione Stampa Romana e Libertà e Giustizia. Il suo impegno è andato oltre la sfera professionale, dimostrando una forte passione per la tutela degli animali e dell’ambiente.
La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo della comunicazione. Molti colleghi e figure influenti hanno espresso il loro cordoglio, lodando l’impegno e il coraggio di Laganà. Ora, con la sua dipartita, sorge il dilemma della successione e degli equilibri all’interno del consiglio di amministrazione. In base allo Statuto della Rai, è prevista la sostituzione di un amministratore nel caso di dimissioni o impedimento permanente.