La riforma fiscale, tanto attesa e discussa, è giunta all’ultimo stadio del processo decisionale. Il Senato ha approvato le modifiche apportate dalla maggioranza in commissione, aprendo la strada all’approvazione definitiva alla Camera in tempi brevi. Questo segna un passo importante verso la creazione di un nuovo panorama fiscale in Italia, con molte novità in cantiere.
La riforma mira a premiare i contribuenti virtuosi, eliminare le sanzioni penali per le aziende che collaborano con il fisco e semplificare i metodi di pagamento delle tasse, consentendo l’uso del Rid bancario e delle carte. Una delle misure più discusse, il prelievo forzoso automatico, è stata revocata, dando spazio a un approccio più flessibile.
L’attenzione ora si sposta sulla fase di attuazione, in cui il Governo avrà 24 mesi per elaborare i decreti delegati che definiranno il nuovo quadro fiscale italiano. Questi decreti toccheranno vari aspetti, dalla riduzione delle aliquote Irpef all’Iva, dalle microtasse alle transazioni internazionali e alla riformulazione delle numerose agevolazioni fiscali esistenti.
Tuttavia, l’aspetto cruciale è la questione delle risorse necessarie per finanziare le misure previste. Questo include l’alleggerimento delle tredicesime e la cancellazione delle microtasse. Le sfide economiche sono reali, con un rallentamento dell’economia nel secondo trimestre e proiezioni che indicano una crescita limitata al +1%. Rifinanziare il taglio del cuneo fiscale sui salari medio-bassi e adeguare le pensioni all’inflazione richiederebbe notevoli risorse finanziarie.
Una delle principali modifiche riguarda l’Irpef, con l’ipotesi di una transizione verso un’unica aliquota. Questo avverrà in diverse fasi, con l’obiettivo di ridurre le attuali quattro aliquote a tre. La progressività sarà mantenuta attraverso detrazioni focalizzate su famiglia, casa, salute e istruzione. Inoltre, è previsto uno sconto sui guadagni derivanti dagli straordinari o dai premi di produttività, da applicare alle tredicesime. Tuttavia, queste nuove misure richiederanno fonti di finanziamento adeguate.
I lavoratori autonomi continueranno a pagare una tassa piatta del 15%, ma avranno la possibilità di aderire al concordato preventivo. Per le imprese, è prevista l’introduzione di un meccanismo a doppia aliquota per incentivare gli investimenti qualificati. Inoltre, si prevede un progressivo superamento dell’Irap.
Un altro aspetto significativo riguarda la possibilità di regolarizzazioni e sanatorie. Le sanzioni penali tributarie verranno eliminate per le grandi imprese che collaborano con il fisco, purché dimostrino comportamenti collaborativi e comunichino preventivamente i rischi fiscali. Anche le sanzioni amministrative saranno escluse dall’accertamento contributivo, mentre verranno ridotti i termini di decadenza per i contribuenti con un sistema di gestione del rischio fiscale certificato.
In conclusione, la riforma fiscale in Italia promette cambiamenti significativi nel sistema tributario, con l’obiettivo di premiare la collaborazione e semplificare il pagamento delle tasse. Tuttavia, le sfide economiche e le risorse necessarie per finanziare le nuove misure rimangono questioni da affrontare con attenzione.