L’approccio verso le riforme previdenziali previste per il 2024 in Italia si orienta verso piccoli aggiustamenti alle misure esistenti, mentre interventi più costosi dovrebbero essere rimandati. Il Governo enfatizza che la priorità attuale è rivolta agli stipendi erosi dall’inflazione, rendendo difficile trovare risorse per riforme previdenziali più ampie.
Tra le misure in discussione, la conferma di “Quota 103” sembra probabile, permettendo l’uscita dal lavoro a 62 anni d’età e 41 anni di contributi. Inoltre, l’Ape sociale per i lavoratori in difficoltà dovrebbe continuare. Tuttavia, per l’Opzione Donna, che prevede l’uscita anticipata dal lavoro con 35 anni di contributi, potrebbero essere apportate modifiche, inclusa un’eventuale estensione della platea di beneficiari.
È probabile che la restrizione dell’Opzione Donna alle donne licenziate o con carichi di cura venga eliminata, considerando le critiche ricevute l’anno precedente. La concentrazione delle misure attorno al genere femminile aveva drasticamente ridotto il numero di richieste per l’assegno di pensione calcolato interamente con il metodo contributivo.
La questione della rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione è sempre attuale. Nel 2023, l’inflazione ha raggiunto il 5,6%, rendendo urgente l’aggiornamento degli assegni pensionistici. La legge di bilancio dello scorso anno aveva introdotto una rivalutazione per fasce di reddito, ma alcune organizzazioni sindacali chiedono che non ci siano ulteriori peggioramenti in questo senso.
Tuttavia, l’attenzione è ora rivolta al recupero del potere d’acquisto delle pensioni, dato che l’obiettivo primario sembra essere l’aumento degli stipendi e delle pensioni. Il governo sta esaminando diverse opzioni per ottenere risorse, come il risparmio sul reddito di cittadinanza e prelievi dalle banche.