Gli enti locali, le Regioni e i Comuni italiani lanciano un allarme urgente: senza i fondi europei, i cantieri rischiano di fermarsi e molte opere potrebbero non essere mai completate o restare incompiute, rappresentando dei veri e propri scheletri di cemento nelle già depresse periferie italiane. Questo scenario rischioso è emerso dopo il definanziamento da 16 miliardi di euro che ha colpito piani e progetti di rigenerazione urbana, mettendo a rischio la realizzazione di importanti iniziative locali.
Le rassicurazioni fornite dal ministro Raffaele Fitto non sono state sufficienti a tranquillizzare i governatori delle Regioni, sia di maggioranza che di opposizione. Durante una conferenza, essi hanno espresso preoccupazioni specifiche e critiche riguardo alla situazione attuale. Anche se la Regione Lombardia afferma che il definanziamento non influirà sulle risorse destinate alla regione e il Comune di Milano attualmente non è a rischio, le incertezze persistono.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha garantito che non ci saranno perdite di risorse per gli interventi di dissesto idrogeologico, che continueranno senza interruzioni nei programmi di finanziamento originari. Tuttavia, le Regioni insistono sulla necessità di garantire fonti di finanziamento alternative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e di coinvolgere maggiormente le Regioni stesse nel processo decisionale, riconoscendo il loro ruolo cruciale nell’attuazione e nella massimizzazione dell’efficacia dei progetti sul territorio.
I timori dei governatori e dei sindaci sono cresciuti dopo la decisione di definanziamento, poiché ora rischiano di dover abbandonare progetti già in corso o pianificati. Sindaci come Antonio Decaro di Bari, che è anche presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), sollecitano il governo a garantire risorse sostitutive per evitare il blocco delle procedure per opere pubbliche importanti, tra cui nuovi servizi, rigenerazione urbana, interventi per l’assetto del territorio e contrasto ai cambiamenti climatici.
Una vasta gamma di progetti è a rischio, dallo smantellamento delle Vele di Scampia alla riqualificazione del Serpentone di Corviale a Roma, collegati ai 2,5 miliardi di euro inizialmente previsti dal Pnrr per i Piani Urbani Integrati. Anche progetti legati all’efficientamento energetico, alla mitigazione dei rischi idrogeologici e al potenziamento delle infrastrutture sociali potrebbero essere compromessi.
Le Regioni sottolineano la necessità di un dialogo urgente con il governo per garantire coerenza e allineamento con le programmazioni regionali. È possibile che si terrà un incontro con il ministro Fitto per discutere delle preoccupazioni e per evitare sprechi di denaro pubblico nella realizzazione dei programmi di spesa.
L’Ufficio parlamentare di Bilancio, inoltre, ha espresso preoccupazione sulla situazione economica e sulla possibile riduzione delle previsioni di crescita economica, sottolineando l’importanza cruciale dei finanziamenti europei nel sostegno dell’economia italiana.
In sintesi, il rischio di blocco dei cantieri e di incompiute rappresenta una sfida urgente per l’Italia, con gli enti locali, le Regioni e i Comuni che cercano di garantire fonti di finanziamento alternative e un coinvolgimento più attivo nella pianificazione e nell’attuazione dei progetti per assicurare la realizzazione di opere pubbliche cruciali per lo sviluppo del Paese.