In primo piano/ Vincono degrado e sciatteria, capitale senza guida. Dal braccio di ferro su tavolini e dehors alla farsa della “Green Zone”. In mezzo un traffico senza controllo, i cantieri aperti, la malamovida, la violenza endemica, l’emergenza tassisti e tanto altro (rifiuti e termovalorizzatore, tutto tace). Le vie principali sono presidiate da abusivi e bancarelle, i monumenti diventano un problema Il Campidoglio perde il confronto con la Regione e litiga con i ministri del governo di centro destra. Intanto interi quartieri sono in mano ai turisti, espulsi i romani. I grandi hotel ingrassano, i piccoli sopravvivono, e ci mancava ,l’aumento della tassa di soggiorno. Il commercio piange miseria e migliaia di attività chiudono. Dobbiamo sperare in Giubileo e Expo? Allora siamo fritti
Di Paolo Dordit
Vale la parola secca e pregnante: caos. A Roma stanno vincendo sciatteria e degrado, la sensazione che la città sia allo sbando, senza una guida è fortissima. Il grido d’allarme (inascoltato) viene dai cittadini, dalle associazioni di categoria, dai politici più responsabili. E’ comprensibile che l’opposizione cerchi l’occasione per mettere alle corde il Campidoglio, ma la protesta è unamime. Il centro storico è diventato un luna park senza regole, ingovernabile. Anche i monumenti diventano un problema. Il ministro della Cultura Sangiuliano fa le sue mosse, Pantheon, Colosseo, cerca di mettere ordine. Il Campidoglio insorge, polemizza, si mette di traverso. Ci vanno di mezzo i visitatori amanti della cultura, della storia, delle cose belle che Roma può offrire.
E ancora sul centro luna park, nelle mani di una marea inarrestabile di turisti, per lo più ciabatones, quelli che bivaccano sui gradini e lasciano pochi spiccioli, e di un esercito crescente di bancarelle e abusivi, impegnati nelle attività più diverse. Un tempo tutto questo era fenomeno stagionale, oggi vale dodici mesi all’anno. Gli spazi liberi sono occupati da tavolini e dehors, in virtù di un regime a tempo per l’emergenza Covid che sopravvive di proroga in proroga contro la volontà della amministrazione capitolina. I romani si arrendono e arretrano, hanno perso il controllo dei loro quartieri. Vogliamo ricordare gli eccessi della malamovida? Trastevere, Testaccio, Ponte Milvio etc. Tutto invivibile, si può solo scappare., Chi sperava nell’avvio della green zone, la famosa Ztl allargata che doveva segnare la fine dei veicoli inquinanti è rimasto deluso. La politica ha imposto una proroga dello status quo. Una misura che poteva rappresentare una sorta di normalizzazione dell’area centrale della città evapora al sole. Il traffico? E’ fuori controllo, per passare in certe zone del centro ci vogliono ore, i vigili sono spariti, i cantieri aperti un po’ dovunque (Piazza Venezia e Piazza Pia sono esempi-scandalo) rendono la vita impossibile. Ai turisti non interessa troppo, magari credono che Roma sia sempre stata così. Le grandi catene alberghiere, ormai in mano a stranieri, ingrassano, siamo pieni di hotel a cinque stelle. Che dell’aumento della tassa di soggiorno si fanno un basso. Ma per tutti gli altri alberghi non è così semplice. Le residenze turistiche, i B&B e simili sono nei guai, pare che il Comune rivendichi milioni di euro non versati. Altra occasione di scontro, di caos. Quando si parla di luna park, di far west, si vuole significare una realtà fuori dalle regole. Che non può durare all’infinito. In tutto questo scenario si avverte l’assenza della amministrazione pubblica. Abbiamo sfiorato nel discorso il problema della malamovida, della violenza endemica, la paradossa emergenza tassisti e tanto altro (rifiuti e termovalorizzatore, tutto tace). Ma si potrebbe proseguire a lungo aggiungendo tutte le emergenze quotidiane di una capitale che attira venti milioni di turisti all’anno, che conta poco meno di tre milioni di abitanti ma che è occupata ogni giorno da cinque milioni di persone ( il surplus è formato da turisti e da pendolari). Aggiungiamo in coda un quadro economico complessivo che oscilla tra luci ed ombre. Il commercio piange miseria e migliaia di attività chiudono. Dobbiamo sperare in Giubileo e Expo? Allora siamo fritti