– Durerà tra le due e le quattro settimane, il tempo di far tornare in attività gli impianti di Malagrotta e far partire l’intesa con le altre Regioni. Ma potrebbe anche contenere un richiamo ad Ama per via di alcuni impegni disattesi, a partire dall’approvazione dei bilanci. Domani l’ordinanza ‘salva-Roma bis’, preparata dagli uffici dell’assessore ai Rifiuti Massimiliano Valeriani, dovrebbe essere firmata dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti: è il secondo documento di questo tipo emesso da via Cristoforo Colombo. Il primo, firmato il 7 luglio, scadrà domani. La sindaca di Roma Virginia Raggi proprio ieri aveva lamentato di essere stata «lasciata sola» di fronte al caos rifiuti: «Avrei avuto bisogno dell’intervento di tutte le istituzioni – ha ribadito oggi ripubblicando su Facebook il suo discorso – Non è stato fatto e io mi sono dovuta arrangiare» e «nonostante l’ordinanza gli impianti del Lazio chiudevano i cancelli ai camion di Ama». La sindaca ha un timore: «Arriverà ‘qualcunò che dirà che per risolvere serve un impianto fatto velocemente, senza norme, senza regole. Ô mafia? Non lo so». Intanto, aggiunge, «ho chiesto di prorogare l’ordinanza e farla eseguire coattivamente, ad agosto ho forzato la mano chiedendo riunioni e incontri». Da cui sono emerse istanze dal Comune, come appunto un meccanismo sanzionatorio per chi non rispetterà l’atto, considerare la manutenzione dell’impianto di Rocca Cencia che dall’incendio del Tmb Salario in poi lavora a ritmi forsennati, ma anche di prolungare gli effetti dell’ordinanza fino a gennaio, così da ‘coprirè il mese critico delle feste. L’ordinanza però dovrebbe avere una durata più breve, un mese al massimo nel quale la Capitale potrà continuare a utilizzare gli impianti delle province a pieno regime. Poi a cambiare tutto sarà la riapertura, prevista a metà ottobre, degli impianti di Malagrotta, che da soli garantiscono circa un terzo del fabbisogno. Nel frattempo è stato chiuso l’accordo con l’Abruzzo e nei prossimi giorni sarà perfezionato quello con le Marche: se ne parla da settimane, e in Campidoglio ci si augura si vada a dama al più presto. Il resto del trattamento sarebbe coperto dai contratti di Ama con altri operatori, da Rocca Cencia – che però dopo il surmenage degli ultimi mesi potrebbe rallentare – e infine con il tritovagliatore di Ostia. L’attivazione dell’impianto mobile al Lido era uno dei diktat ad Ama della prima ordinanza, che l’azienda ha rispettato assieme all’acquisto dei nuovi cassonetti e ai report ogni 72 ore su raccolta e pulizia. L’ordinanza potrebbe anche richiedere interventi particolari là dove i rifiuti stanno tornando ad accumularsi. Su altri punti però Ama risulta ancora inadempiente, a partire dall’«approvvigionamento di altri impianti mobili», o nell’attivazione di tutti i punti di trasbordo. Soprattutto manca l’approvazione dei bilanci, su cui ieri il Campidoglio ha rampognato la sua azienda. Il nodo sono sempre quei conti 2017 costati qualche mese fa la caduta di un assessore e di un intero cda, quei 18 milioni di crediti cimiteriali che Ama vanta nei confronti del Comune. Bilancio approvato – in rosso – ai primi di agosto dall’azienda ma che il Comune ha respinto: l’azienda, scrive il Campidoglio, «dovrebbe piuttosto preoccuparsi di svolgere al meglio il servizio di pulizia e raccolta improntando la propria azione ai principi di leale collaborazione». Una presa di posizione durissima, che potrebbe provocare già martedì le dimissioni dopo solo tre mesi del nuovo cda guidato da Luisa Melara.