Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha assicurato il via libera della Germania alla riforma del diritto d’asilo dell’Unione Europea, ponendo fine a una situazione di stallo. Questo consente alla Germania di partecipare all’incontro dei ministri dell’Interno dell’UE a Bruxelles per discutere il regolamento sulla gestione delle crisi migratorie.
La Corte costituzionale italiana aveva dichiarato illegittimo un articolo del Codice di Procedura Penale italiano, aprendo la strada a un accordo tedesco. La decisione di Scholz ha respinto le contestazioni dei Verdi tedeschi, soprattutto della ministra degli Esteri Annalena Baerbock.
Secondo fonti governative citate dalla stampa, Scholz ha deciso che la Germania non bloccherà i regolamenti d’emergenza per gli Stati con una forte pressione migratoria, una parte della riforma del diritto d’asilo UE criticata dai Verdi tedeschi.
Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha appoggiato la posizione di Scholz. Tuttavia, i Verdi considerano questa mossa come un’altra sconfitta all’interno della maggioranza di governo tedesca.
Nel frattempo, il premier ungherese Viktor Orban ha criticato il Patto UE sulla migrazione, sostenendo che Bruxelles sta cercando di forzare l’Ungheria ad accettare un accordo che lui considera “folle”. Nel contempo, Francia e Italia stanno cercando una posizione comune sulla gestione delle questioni migratorie.
Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, ha sottolineato la necessità di affrontare la questione dell’immigrazione in modo coerente, sia internamente che esternamente all’UE. Ha espresso ottimismo riguardo all’avanzamento del Patto UE sulla migrazione e ha invitato a trovare una maggioranza in questa direzione.
Tuttavia, la situazione rimane complessa, con alcune questioni ancora irrisolte riguardo alla gestione dei flussi migratori. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha evidenziato la necessità di un accordo politico rapido sul Patto per la migrazione e l’asilo, sottolineando gli attacchi ibridi contro gli Stati membri e la necessità di regole comuni nell’UE.
Infine, la Commissione europea ha espresso preoccupazione per il recente decreto migratorio del governo italiano, che include restrizioni anche sui minori. Tuttavia, la posizione ufficiale è che la detenzione dovrebbe essere un ultimo ricorso quando non ci sono alternative.