ROMA- In un’atmosfera di tensione e contestazione, la CGIL e la UIL hanno dato vita a uno sciopero nazionale contro la legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali del governo. La protesta ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori che hanno riempito piazza del Popolo a Roma, mentre sindacati e governo si scontrano su numeri e ragioni della mobilitazione.
La premier Giorgia Meloni ha bollato lo sciopero come una decisione presa ancor prima che la manovra si concretizzasse, definendolo un flop nell’adesione per il vicepremier e ministro Matteo Salvini. Tuttavia, i sindacati, CGIL e UIL in testa, hanno enfatizzato l’ampia partecipazione alla protesta, indicando 60.000 partecipanti nella manifestazione di Roma.
Sul palco, i leader sindacali, indossando le felpe dei rispettivi sindacati, hanno dichiarato di continuare la mobilitazione finché il governo non li ascolterà e non si otterranno risultati. Hanno definito la protesta una risposta di democrazia a un presunto attacco senza precedenti al diritto di sciopero.
Il governo ha respinto le accuse, con Giorgia Meloni sottolineando che lo sciopero è stato annunciato in estate, prima che la manovra fosse pianificata. Tuttavia, i sindacati sostengono che le ragioni della mobilitazione risiedono nelle “porcherie” contenute nella legge di Bilancio, criticando il governo per decisioni quali il peggioramento sulle pensioni, l’assenza di risposte sulla sicurezza sul lavoro, il fisco e il rifiuto dei condoni.
La protesta ha coinvolto anche una delegazione del PD e del M5S, insieme a rappresentanti di altri partiti. L’adesione agli scioperi nella Funzione pubblica è stata stimata al 5,5%. La rottura con la CISL sullo sciopero è stata evidente, ma CGIL e UIL assicurano che continueranno a lottare per proposte unitarie su questioni come il fisco e la sicurezza.
Lo sciopero, che ha coinvolto trasporti, pubblico impiego, scuola, sanità e posta, proseguirà con ulteriori mobilitazioni nelle regioni italiane nei prossimi giorni, sotto lo slogan “Adesso basta”. La tensione tra governo e sindacati persiste, alimentando il dibattito su politiche e riforme.