Il caso Vannacci continua a scuotere il panorama politico italiano, con spaccature emergenti nel Centrodestra a seguito delle azioni del ministro e vicepremier Matteo Salvini. Il generale Vannacci, precedentemente rimosso dal ministro della Difesa Crosetto per le sue tesi omofobe e controverse espresse in un libro, ha trovato un alleato in Salvini.
Fonti legate alla Lega hanno confermato una “telefonata molto cordiale” tra Salvini e il generale Vannacci. Salvini ha promesso di leggere il libro e ha difeso la libertà di espressione, sottolineando che il generale dovrebbe essere giudicato per il suo servizio attivo, piuttosto che per le opinioni espresse in modo privato.
Tuttavia, la frattura all’interno della maggioranza è evidente. Membri di Forza Italia, come Giorgio Mulè, hanno espresso il loro sostegno al ministro della Difesa Crosetto, sottolineando la necessità di schierarsi dalla sua parte.
Anche Vittorio Sgarbi ha criticato Crosetto, affermando che gli darebbe un voto basso e promettendo di costruire un’alternativa alla guida del governo.
Il caso ha inoltre suscitato reazioni contrastanti. Fratelli d’Italia ha sottolineato che il problema non è tanto la posizione di Vannacci quanto la pretesa di alcuni di decidere cosa sia accettabile scrivere. La situazione ha portato all’emergere dell’hashtag #iostoconVANNACCI.
Anche nel panorama culturale si è fatta sentire la controversia, con una libreria che ha esposto un cartello che invita a non richiedere il libro di Vannacci. Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e il Partito Democratico (Pd) hanno chiesto che la premier Giorgia Meloni esprima la sua opinione sulla questione.
Nel complesso, il caso Vannacci sta mettendo in luce divisioni profonde all’interno del Centrodestra e sta alimentando un dibattito sulla libertà di espressione e sul ruolo dei militari nella sfera pubblica.