Il Partito Socialista spagnolo e il movimento politico Sumar hanno annunciato un “accordo programmatico” per formare un nuovo “governo di coalizione progressista”. Questo accordo conferma la formula prospettata dal leader socialista e premier uscente, Pedro Sánchez, come progetto politico per la nuova legislatura. Nella legislatura precedente, il Partito Socialista aveva governato con Unidas Podemos, che ora è confluita in Sumar.
Tuttavia, per mantenere la sua posizione di premier, Sánchez ha bisogno del sostegno di altri partiti, tra cui gli indipendentisti catalani di Esquerra Repubblicana e Junts per Catalunya, con cui sono in corso negoziati politici. La Costituzione spagnola prevede che, se Sánchez non otterrà la fiducia del Parlamento entro il 27 novembre, il re scioglierà le Camere e indirà nuove elezioni.
L’accordo di governo annunciato è valido per una legislatura di quattro anni ed è incentrato sulla crescita sostenibile, la giustizia sociale, e la transizione climatica. Include impegni per la riduzione della settimana lavorativa senza riduzioni salariali, l’espansione dei permessi di paternità e maternità, una riforma fiscale equa che coinvolge le banche e le grandi compagnie energetiche nel finanziamento pubblico, nonché un aumento del salario minimo.
In particolare, l’obiettivo è ridurre la settimana lavorativa da 40 a 38,5 ore settimanali entro il 2024 e a 37,5 ore entro il 2025. L’accordo prevede inoltre la revisione delle attuali imposte straordinarie sugli extra-profitti delle banche e delle compagnie energetiche per mantenerle in vigore una volta scaduti i termini attuali. Queste imposte straordinarie sono state introdotte in risposta alla crisi dovuta all’invasione russa in Ucraina nel 2022 e sono in vigore per un biennio.
Il Partito Socialista e Sumar intendono far sì che entrambi i settori continuino a contribuire alla giustizia fiscale e al benessere sociale in Spagna.