Il ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso a “Radio anch’io”!, in merito allo stop della Ue a veicoli con motori termici nel 2035 ha affermato: “L’Italia è in ritardo sulla transizione nel comparto auto e dobbiamo accelerare sugli investimenti, ma i tempi e modi che l’Europa ci impone non coincidono con la realtà europea e soprattutto italiana.
Non possiamo affrontare la realtà con una visione ideologica e faziosa che sembra emergere dalle istituzioni europee”. Il ministro si chiede, quindi, perché l’Europa non adotti “la neutralità tecnologica” e una tempistica che risponda più alla realtà e graduale, consentendo anche altre fonti come biocombustibili, biometano e idrogeno. Urso ha aggiunto: “Questa visione ideologica mi sembra la stessa di qualche anno fa quando si guardava alla Russia come unica fonte energetica per l’Europa e rischiamo ora di passare dalla dipendenza energetica dalla Russia alla dipendenza tecnologica dalla Cina sulla filiera dell’elettrico”. Dello stesso avviso il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha affermato: “Sono un grande sostenitore dell’auto elettrica ma gli obiettivi ambiziosi vanno raggiunti sul serio, non solo sulla carta: ecco perché sullo stop a benzina e diesel nel 2035, approvato ieri dal Parlamento Europeo l’Italia avanzerà una sua controproposta: limitare la riduzione al 90%, dando la possibilità alle industrie di adeguarsi”. Tajani ha anche definito “un errore grave” la decisione dell’Europa di mettere fine alla costruzione di motori non elettrici a partire dal 2035. “La lotta al cambiamento climatico va fatta ma richiede obiettivi raggiungibili” – ha evidenziato.