Dopo oltre quindici anni di indagini sulla strage di Ustica, sembra che si stia avvicinando la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma. L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Erminio Amelio, ha cercato di scoprire la verità su quanto accaduto la notte del 27 giugno 1980 a bordo del volo Itavia DC9 che stava viaggiando da Palermo a Bologna. Oggi, nel 43º anniversario della tragedia, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, si incontrerà con i parenti delle vittime per commemorare l’evento con una serie di iniziative. Secondo il fascicolo dell’inchiesta, aperto contro ignoti a Roma, la strage fu causata da uno “scenario di guerra” che coinvolse il quadrante aereo del Mediterraneo, con aerei militari che si incrociarono sul mar Tirreno provenienti dalla base francese di Solenzara in Corsica e da una portaerei. Nonostante non fosse in corso alcuna esercitazione ufficiale, gli investigatori sono riusciti ad analizzare i dati radar che hanno mostrato tracce di caccia militari, senza però poter stabilire con certezza la responsabilità del traffico aereo. Le perizie hanno concluso che il DC9 dell’Itavia fu abbattuto dall’onda d’urto di un missile che esplose vicino alla fusoliera, scartando così la possibilità di una bomba a bordo. Nel giugno 2008, la Procura di Roma riaprì le indagini dopo aver sentito il presidente emerito Francesco Cossiga e Giuliano Amato, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che fecero dichiarazioni sul coinvolgimento di un missile “a risonanza” lanciato da un aereo della Marina militare francese. Gli atti dell’indagine includono anche le testimonianze di alcuni piloti francesi che confermano l’intenso traffico aereo dalla base militare in Corsica quella notte. Una sentenza del 2013 della Cassazione ha affermato che la tesi del missile è motivata in modo congruo e che il fallimento della società Itavia potrebbe essere collegato a una “significativa attività di depistaggio” attuata negli anni successivi all’incidente. L’ex ministro Carlo Giovanardi sostiene che, in rappresentanza del governo italiano, ha presentato al Parlamento le risposte alle rogatorie internazionali inviate a Francia e Stati Uniti e ha letto i messaggi personali di Jacques Chirac e Bill Clinton a Giuliano Amato, in cui i due presidenti negavano il coinvolgimento del governo italiano nella tragedia. Giovanardi aggiunge che è stato dimostrato con certezza tecnica che il DC9 è stato abbattuto dall’esplosione di una bomba collocata nel bagno a bordo e che nessun presidente del Consiglio italiano, di centrodestra o centrosinistra, ha sollevato la questione con gli alleati negli incontri bilaterali degli ultimi trent’anni.