Gli Stati Uniti hanno completato l’evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan a causa dei violenti combattimenti che continuano nella regione da oltre una settimana. L’evacuazione è stata condotta tramite un aereo militare americano, ma non è ancora chiaro dove il personale dell’ambasciata sia diretto. Anche le famiglie del personale dell’ambasciata sono state evacuate. La Francia ha iniziato una “operazione di evacuazione rapida” dei suoi cittadini e del personale diplomatico dal Sudan, mentre diversi Paesi stranieri, tra cui l’Italia, stanno preparando l’evacuazione dei loro concittadini.
Nonostante i piani di evacuazione siano pronti a scattare, la situazione nella capitale Khartoum è ancora troppo pericolosa e circa 200 italiani sono ancora bloccati in Sudan. Si sta lavorando per organizzare un’operazione di evacuazione dedicata ai cittadini italiani. Nel frattempo, 19 turisti italiani sorpresi dalla guerra mentre erano in crociera hanno potuto sbarcare in Egitto.
La situazione in Sudan è molto critica: i combattimenti hanno provocato centinaia di morti e migliaia di feriti, mentre i sopravvissuti devono far fronte alla carenza di elettricità e cibo. Nonostante le Rfs, la milizia paramilitare di Mohamed Hamdan Dagalo, abbia promesso “piena cooperazione con tutte le missioni diplomatiche, fornendo tutti i mezzi di protezione necessari e garantendo il loro ritorno sicuro nei loro Paesi”, l’apertura di corridoi di fuga rimane ancora in fase di negoziazione. L’aeroporto di Khartoum, inoltre, è attualmente chiuso e sottoposto a tiro.
Mentre i Pesi stranieri organizzano le operazioni di evacuazione, gli scontri tra esercito e paramilitari Rfs di Mohamed Hamdan Dagalo, per il controllo del Paese instabile dal 2019, continuano a Khartoum, dove sono segnalati combattimenti in 24 punti, di cui otto in un settore della capitale sudanese dove si trova anche l’ambasciata d’Italia.