Il decreto di tre soli articoli sul Superbonus è già arrivato in Gazzetta e il blocco alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura è già operativo.
I lavoratori edili della Cgil temono la perdita di 100mila posti di lavoro e annunciano di essere pronti alla piazza contro la decisione dell’esecutivo. Le associazioni imprenditoriali temono fallimenti e  lanciano un allarme sulla tenuta sociale della scelta fatta. Ma il Governo si difende con il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che spiega: “Si doveva intervenire per arginare una situazione abnorme con 110 miliardi per il Superbonus che gravavano sulle casse dello Stato”.  “La responsabilità di quello che è accaduto – aggiunge  il ministro degli Esteri Antonio Tajani – è del governo Conte, del governo dei 5 stelle, siamo stati costretti”. E’ intervenuto ieri sera anche il Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, che ha affermato: “Prendiamo atto della decisione del governo italiano sul Superbonus. Tra gli obiettivi della misura ce ne era uno che ci stava molto a cuore, quello di migliorare le classi energetiche delle abitazioni. Riconosco però le preoccupazioni del ministro Giorgetti sulle conseguenze sui conti pubblici”.

Abi e Ance se da un lato hanno apprezzato i chiarimenti del decreto sul superbonus emanato ieri dal governo sulla responsabilità,  chiedono una “misura tempestiva” che consenta “immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche”. Secondo il segretario generale della Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil, Alessandro Genovesi : “con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell’edilizia privata circa centomila posti di lavoro e molte imprese chiuderanno”.  Inoltre, prosegue Genovesi, “come hanno denunciato le confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, con il depotenziamento dell’obbligo di applicazione dei contratti edili e la liberalizzazione dei livelli di subappalto nel nuovo Codice degli appalti si ridurranno tutele e sicurezza per chi ancora potrà lavorare con il settore pubblico, con più lavoro irregolare e meno sicurezza”.