L’effetto del Superbonus continua a colpire i conti pubblici italiani, anche dopo una revisione al rialzo del Pil nel 2021 da parte dell’Istat. Nonostante la crescita economica, il bilancio dello Stato resta sotto pressione a causa delle spese legate al Superbonus e alle misure di sostegno all’economia.
L’Istat ha rivisto al rialzo i dati economici per il triennio 2020-2022, incorporando nuovi criteri statistici europei e dati più accurati sulla produzione delle imprese. Questo ha portato a un significativo aumento del Pil nel 2021, con un effetto positivo sul deficit, che è sceso all’8,8% rispetto alla stima precedente del 9%.
Tuttavia, il Superbonus ha annullato questi guadagni per il 2022. Secondo il capo della direzione per la contabilità nazionale dell’Istat, Giovanni Savio, il Superbonus ha neutralizzato i benefici derivanti dalla revisione economica. Le uscite in conto capitale sono state fortemente riviste al rialzo, principalmente a causa della spesa sostenuta per i bonus edilizi, tra cui il Superbonus e il bonus facciate.
Il problema principale è che Eurostat ha richiesto che i crediti del Superbonus siano registrati come spesa nell’anno in cui sorge il diritto alla cessione, il che significa che i crediti maturati nel 2022 non possono essere distribuiti su più anni. Questo ha causato un aumento significativo dell’indebitamento netto del Paese.
Tuttavia, nel 2023 le cose potrebbero cambiare, poiché Eurostat dovrebbe riconsiderare la questione, tenendo conto delle restrizioni del governo sulle cessioni dei crediti, che obbligano i beneficiari a utilizzare i crediti in detrazione su un periodo di 10 anni.
Questi nuovi dati complicano ulteriormente la situazione finanziaria dell’Italia e creano incertezza in vista della Nota di Aggiornamento al Def, prevista per la prossima settimana. Il governo sta lavorando su margini finanziari molto stretti per il 2024, con la necessità di coprire una manovra che potrebbe aggirarsi sui 20-25 miliardi di euro. Potrebbero essere introdotte nuove tasse, tra cui una tassa sugli extraprofitti delle banche e una tassa sui giochi, per trovare le risorse necessarie.