Nelle prime ore del mattino c’è stato un attacco missilistico russo nella regione di Odessa che ha colpito un sito industriale, il  giorno dopo la celebrazione da parte di Putin dell’annessione delle quattro regioni ucraine occupate da Mosca. Oltre 50 invece i raid in 24 ore, denuncia Kiev, nella regione di Donetsk, con la morte di almeno 4 civili.

Missili russi stamani anche su Mykolaiv, mentre la società energetica ucraina denuncia l’arresto da parte russa del direttore della centrale di Zaporizhzhia dal quale dipende la sicurezza nucleare e delle radiazioni dell’impianto. Sempre  stamani la città di Zaporizhzhia e altre zone circostanti sono state colpite durante la notte da bombardamenti russi, secondo quanto dichiarato su Telegram dal governatore dell’oblast, Oleksandr Starukh, citato dal Kyiv Independent, che non fornisce altri dettagli. Ventiquattro civili ucraini, tra cui 13 bambini e una donna incinta, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco nella regione di Kharkiv nel nordest del Paese mentre stavano lasciando la zona in auto, afferma il governatore locale Oleh Syniehubov, citato dalla AP online.
“Le truppe della Federazione Russa, oltre 5mila militari, di stanza nelle città orientale di Lyman sono circondate dall’esercito ucraino. Hanno fatto appello alla loro leadership con la richiesta di ritirarsi ma la richiesta è stata respinta dai comandanti della Federazione”, ha riferito su Telegram il capo dell’amministrazione militare di Lugansk Sergiy Gaidai, come riporta Unian. Le truppe ucraine sono entrate a Lyman, città chiave in mano ai russi nella regione orientale di Donetsk. Lo afferma l’esercito di Kiev. Da Mosca arriva la conferma.
Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è tornato a minacciare il suo veto all’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato, “fino a quando le promesse” fatte ad Ankara dai due Paesi nordici “non saranno mantenute”. Erdogan ha detto parlando all’Assemblea nazionale turca che fino a quando ciò non avverrà – riferendosi in particolare alla richiesta alla Svezia di non ospitare più esponenti curdi che Ankara considera terroristi – la Turchia “manterrà la sua posizione di principio”.