Raggiunto l’accordo in Ue sulla nuova direttiva sull’efficienza energetica, con gli Stati che dovranno garantire collettivamente una riduzione del consumo energetico finale di almeno l’11,7% nel 2030, rispetto alle previsioni formulate nel 2020.

C’è l’obbligo specifico per il settore pubblico di ottenere una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,9% e gli Stati membri sono tenuti a rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà di enti pubblici. L’Europarlamento chiedeva il 14,5%. Gli Stati membri contribuiranno all’obiettivo generale Ue attraverso contributi nazionali indicativi, con flessibilità del 2,5%, stabiliti nei rispettivi piani nazionali energia e clima. Starà alla Commissione europea intervenire in caso la somma dei contributi non arrivasse all’11,7%, per redistribuire gli sforzi nazionali. La formula con cui si calcola il contributo nazionale è basata su intensità energetica, Pil pro capite, sviluppo delle rinnovabili e potenziale di risparmio energetico. Gli Stati potranno conteggiare nel calcolo del contributo nazionale i risparmi energetici realizzati con la nuova direttiva sulla performance energetica degli edifici, e misure derivanti dal nuovo Ets per gli edifici e i trasporti, cui è collegato un fondo per il clima da 70 miliardi.