
E’ arrivato l’accordo nell’Ue sul price cap al gas. Un tetto di 180 euro, attivabile per venti giorni, a partire dal prossimo febbraio. E’ un’intesa che non tutti avrebbero voluto. “E’ la vittoria dell’Italia”- hanno esultato Giorgia Meloni a Roma e il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin a Bruxelles. L’intesa potrebbe anche colpire le casse di Mosca.
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha così commentato: “E’ un accordo inaccettabile che crea distorsione nel mercato, reagiremo”. L’intesa è arrivata all’ultimo Consiglio Affari Energia disponibile per il 2022. A metà riunione è arrivata sul tavolo l’ultima proposta di compromesso della presidenza ceca: tetto al costo del gas se il prezzo all’ingrosso supera i 180 euro per MWh per tre giorni lavorativi e sarà superiore di 35 euro al prezzo del Gnl sui mercati globali. Il cap fa riferimento al Ttf, ovvero alla Borsa di Amsterdam. Una volta attivato non sono consentite transazioni sui futures sul gas naturale che rientrano nell’ambito di applicazione del “tetto” al di sopra di un cosiddetto “limite di offerta dinamica”. Nell’intesa è inclusa l’ipotesi che possa essere applicato anche alle transazioni fuori Borsa. Il meccanismo di correzione del mercato viene monitorato dall’Acer. In caso di emergenza nella sicurezza dell’approvvigionamento il cap può essere disattivato immediatamente.