Un altro giornalista ha perso la vita nel tentativo di raccontare l’orrore del conflitto in corso in Ucraina. Arman Soldin, cronista e reporter d’immagini per l’agenzia France Presse, è stato ucciso mentre si trovava sul fronte nell’est del Paese. La notizia è stata annunciata dalla stessa agenzia di stampa francese, una delle tre più importanti al mondo, per cui Soldin lavorava come coordinatore video. Il reporter di 32 anni è morto in un attacco sferrato con razzi Grad, mentre i suoi colleghi presenti sul posto sono rimasti illesi.

Il tragico bombardamento si è verificato verso le 16.30 ora locale (le 15.30 in Italia) nei pressi di Chasiv Yar, una località vicino a Bakhmut che è quotidianamente presa di mira dalle forze russe. I giornalisti dell’Afp, che si recano regolarmente in quest’area di combattimento, erano presenti insieme alle truppe ucraine quando si sono trovati nel mezzo dell’inferno di fuoco. “Tutta l’agenzia è devastata”, ha dichiarato l’amministratore delegato della France Presse, Fabrice Fries, aggiungendo che la morte di Soldin “è un terribile richiamo sui rischi e i pericoli a cui sono confrontati i giornalisti nel quotidiano coprendo il conflitto in Ucraina”.

Il direttore dell’agenzia, Phil Chetwynd, ha reso omaggio alla memoria di un giornalista “coraggioso, creativo e tenace”. Soldin lavorava come coordinatore video in Ucraina dal settembre 2022 e si recava spesso sul fronte. Il primo maggio, aveva condiviso su Twitter un video in cui si trovava sotto una pioggia di razzi, descrivendo l’esperienza come una delle peggiori che avesse mai vissuto: “Esplosioni a meno di cinquanta metri. Puro terrore”. In un altro post, Arman aveva scritto: “Un miracolo che nessuno sia stato colpito. Non stavamo andando in un ‘luogo particolarmente pericoloso’, ma molto probabilmente siamo stati individuati da un drone di osservazione russo, nonostante il maltempo. I trenta secondi più lunghi della mia vita”. Il giovane giornalista aveva anche coperto i primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. “Era entusiasta, energico, coraggioso. Era un vero reporter di campo, sempre pronto a partire, incluso nelle zone più difficili”, ha ricordato Christine Buhagiar, direttrice Europa dell’Afp.

Arman Soldin, nato a Sarajevo, era di nazionalità francese e bosniaca. Il video dei suoi colleghi e lui che salvano un riccio malconcio in una trincea è diventato virale sui social network. Questa è almeno l’undicesima vittima tra gli operatori dei media uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, avvenuta il 24 febbraio 2022.