Il premier Giuseppe Conte e il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri hanno perso la voce per chiedere agli alleati «moderazione» nella presentazione degli emendamenti alla manovra. Ma non sono stati ascoltati granché. In tutto, sono arrivate 4.550 richieste di modifica, anche se quelle che stanno veramente a cuore ai gruppi politici dovrebbero essere intorno alle 500. Il Pd è stata la forza di maggioranza più prolifica: ne ha firmate 900. Italia Viva è a quota 240 e il Movimento Cinque Stelle a 453. Il Parlamento avrà quindi strumenti per mettere pesantemente mano all’impianto della manovra. Dal Colle è però stata ribadita «l’esigenza di ridurre un debito pubblico elevato» ed è arrivato un deciso richiamo: «Attualmente – ha ricordato il presidente Mattarella – è in corso la sessione di bilancio che, come noto, si svolge nel quadro della governance economica europea. La stabilità finanziaria, il risanamento del debito, la certezza del diritto sono obiettivi cui tendere, con continuità e coerenza, per garantire adeguate prospettive e condizioni di crescita economica e sociale del Paese». Insomma, l’Ue vigila e proprio sul debito ha già storto la bocca, quindi meglio andarci coi piedi di piombo, specie sui capitoli di spesa. La mole di emendamenti mira invece a intervenire sugli aspetti più vari. Prime fra tutte le tasse sulla plastica, sullo zucchero e sulle auto aziendali. Ma anche a modificare qua e là il provvedimento, con il taglio dell’Iva sui profilattici o sugli assorbenti biodegradabili, come chiede il M5s, che ha presentato un emendamento anche per far pagare l’Imu alla Chiesa sugli immobili adibiti a bar, ristoranti, alberghi e anche sugli ospedali. Italia Viva ha invece messo uno spina nel fianco degli alleati, chiedendo il taglio di Quota cento, malgrado fra Pd e Cinque Stelle ci sia un accordo per non toccarla. Quelle di Iv sono «provocazioni» ha detto Luigi Di Maio, che ha ribadito: «Quota 100 non si tocca». Sulla plastica sono arrivati diversi emendamenti. Con lo sguardo rivolto anche alle elezioni in Emilia Romagna, sede di un importante polo del packaging, i dem hanno proposto di far scendere la tassa da un euro al chilo a 80 centesimi e di escludere quella riciclata. Anche il Movimento Cinque Stelle ha chiesto di esentare la plastica a basso impianto ambientale, ma non vuole ritocchi alla tassa per quella tradizionale. In tema green, i pentastellati propongono di introdurre il vuoto a rendere non solo per il vetro, ma anche per le bottiglie in plastica e per le lattine. E spingono per una detrazione fino a 1000 euro per chi installi a casa i filtri per l’acqua. Per le auto aziendali, il Pd chiede di allenare la stretta, rendendola meno pesante del previsto e di lasciare la tassa solo per quelle immatricolate a partire da gennaio 2020. Il Pd propone anche di ridurre la «sugar tax» dagli attuali 10 a 8 euro a ettolitro. Ci sono poi le richieste finora inedite: il Movimento Cinque Stelle ha proposto un’Iva agevolata al 10% per i profilattici maschili e gli anticoncezionali femminili e di ridurre l’Iva dal 22% al 5% per gli assorbenti che siano completamente biodegradabili. Sempre i Cinque Stelle hanno messo sul tavolo un incentivo per far accettare anche lavori di breve durata o con redditi «marginali» a chi sta usufruendo del reddito di cittadinanza. Fra gli emendamenti di Leu, uno punta a facilitare la regolarizzazione degli extracomunitari, che possono essere assunti in modo da poter chiedere il permesso di soggiorno. Per l’opposizione, la Lega ha chiesto il ripristino dell’estensione della Flat Tax per i redditi dai 65 mila ai 100 mila euro, mentre FdI ha proposto di reintrodurre lo scudo penale per l’ex Ilva. Forza Italia mira al taglio delle microtasse e ad uno stanziamento maggiore per ridurre il cuneo fiscale.(