Le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov riflettono l’atteggiamento della Russia dopo il summit sulla pace svoltosi a Gedda, Arabia Saudita. Il vertice ha riunito una vasta gamma di Paesi, inclusi quelli che mantengono rapporti diplomatici e commerciali con la Russia, al fine di discutere una soluzione negoziata al conflitto ucraino basata sulla proposta di Volodymyr Zelensky.07

L’Arabia Saudita ha ospitato il summit, che rappresenta un passo avanti rispetto all’incontro precedente a Copenaghen. La partecipazione si è ampliata notevolmente, coinvolgendo nazioni come Giordania, Qatar, Bahrein, India, Kuwait, Egitto, Sudafrica, Brasile, Argentina, Cile e soprattutto la Cina. Questi Paesi si sono uniti ad altre importanti istituzioni internazionali, come il G7 e l’Unione Europea, insieme a molte nazioni europee.

La presenza della Cina al summit riflette il suo impegno a partecipare a iniziative di pace guidate da attori non occidentali. Yun Sun, del think tank americano Stimson Center, ha commentato l’azione della Cina, sottolineando che Pechino vuole essere coinvolta in iniziative credibili per la pace.

Sebbene non siano stati raggiunti accordi scritti durante il summit di Gedda, c’è stato un accordo sostanziale sulla necessità di rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina e di seguire il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite in qualsiasi negoziato di pace. Nonostante l’assenza di dichiarazioni congiunte, il summit ha rappresentato un passo avanti tangibile nell’ottica ucraina per una soluzione negoziata al conflitto. Nel frattempo, la Russia sembra aver subito ulteriore isolamento diplomatico, poiché la comunità internazionale continua a cercare una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina.