L’Associazione Stampa Romana mette in rete per gli iscritti una nota che volentieri riprendiamo e pubblichiamo:
L’intervista di Bruno Vespa a Lucia Panigalli, scampata miracolosamente a un tentativo di femminicidio, viola il Testo Unico dei Doveri del Giornalista e il Codice Etico della Rai. Per questo la Commissione Pari Opportunità di Stampa Romana presenta formale esposto al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e alla Rai Radiotelevisione Italiana nelle persone del presidente Marcello Foa e dell’amministratore delegato Fabrizio Salini.
Al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio
Raccomandata a Mano
All’Amministratore delegato Rai Fabrizio Salini
PEC: raispa@postacertificata.rai.it
Al Presidente Rai Marcello Foa
PEC: raispa@postacertificata.rai.it
La Commissione Pari Opportunità di Stampa romana, riunitasi in seduta il 18 settembre 2019, espone quanto segue:
– Il 17 settembre 2019 andava in onda su Rai 1 una puntata del programma “Porta a Porta”;
– Nel corso della puntata il conduttore e collega Bruno Vespa intervistava Lucia Panigalli, sopravvissuta al tentativo di femminicidio per mano dell’ex compagno;
– Condannato a 8 anni e sei mesi, durante la detenzione commissionava a un compagno di cella l’assassinio della signora Panigalli;
– Denunciato dal compagno di cella, l’ex compagno della signora Panigalli, veniva processato e assolto;
– Lucia Panigalli vive da allora nel terrore di perdere la vita nonostante le sia stata assegnata una scorta;
– Nel corso dell’intervista, Bruno Vespa – attraverso le domande poste e le ripetute risatine a corredo – ha violato alcuni dei principi base individuati dalla Rai nel suo Codice etico, che richiede in particolare “il rigoroso rispetto della deontologia professionale da parte dei giornalisti e di tutti gli operatori del servizio pubblico, i quali sono tenuti a coniugare il principio della libertà con quello di responsabilità nel rispetto della dignità della persona”
– L’intervista viola anche alcuni articoli dell’Allegato 1 del Testo Unico dei Doveri del Giornalista: in particolare quelli che riguardano la tutela della dignità della persona (art. 8) e la tutela al diritto alla non discriminazione (art.9).
Ci riferiamo, nel dettaglio, ad alcune delle affermazioni fatte da Bruno Vespa nel corso dell’intervista e che contribuiscono alla “vittimizzazione secondaria”(vietata dalla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013) di Lucia Panigalli, presentata come una donna “fortunata” che ha scampato un pericolo.
– “Lei è protetta: non corre rischi”
– “Diciotto mesi sono un bel flirtino”
– “Ma era così follemente innamorato da volerla dividere solo con la morte?”
– “Lei aveva una nuova relazione?”
– “L’ha violentata?”
– “Lei è protetta; l’aggressore ha il divieto di avvicinarsi; più di questo non si può fare”.
– “Quanto è durato il vostro amore?” (la domanda arriva dopo che Panigalli aveva appena osservato: “Quando sento associare la parola amore a quello che mi è successo, inorridisco”)
– “Però se avesse voluto ucciderla l’avrebbe uccisa”
Per queste ragioni – anche alla luce del Manifesto di Venezia che recepisce le raccomandazioni del Consiglio d’Europa sulla Prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica ratificata dall’Italia –
Chiediamo
– Al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, di adottare i provvedimenti del caso;
– Alla Rai Radiotelevisione Italiana di valutare l’intervista di Bruno Vespa alla signora Lucia Panigalli, andata in onda il 17 settembre 2019 all’interno di “Porta a Porta”, alla luce del suo codice etico.
Roma, 18 settembre 2019
Commissione Pari Opportunità di Stampa Romana