Era finito nel cassetto di qualche scrivania ministeriale a Vienna. Ora, a una settimana dalle elezioni in Austria, il progetto di doppio passaporto italo-austriaco per i sudtirolesi è tornato sulla scena politica. Il parlamento austriaco ha infatti approvato un emendamento con i voti dei popolari Oevp e dell’ultradestra Fpoe con il quale viene rilanciata la misura. Si tratta comunque solo di una dichiarazione d’intenti, che prevede l’avvio di colloqui con Roma e Bolzano e solo dopo la presentazione di un disegno di legge. L’emendamento non è stato votato dai socialdemocratici e dagli altri partiti presenti nel Nationalrat. L’accesso alla cittadinanza austriaca è prevista solo per i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, non per quelli di lingua italiana. L’ultima bozza del disegno di legge, che ormai risale a un anno fa, stabiliva infatti che la domanda potrà essere presentata solo da coloro che si sono dichiarati di lingua tedesca oppure ladina. La Sprachgruppenzugehoerigkeitserklaerung, la dichiarazione di appartenenza linguistica, viene depositata in tribunale a Bolzano e consente l’accesso al pubblico impiego e ad alcune prestazioni sociali. L’autocertificazione, però, non sempre è veritiera, perché non prevede delle controverifiche. Perciò il legislatore austriaco probabilmente inserirà ulteriori criteri di accesso. I ‘neo cittadinì austriaci potranno votare per il parlamento austriaco, come anche alle elezioni europee. Il servizio militare, che Oltrebrennero è ancora obbligatorio, scatterà invece solo se il sudtirolese ha la residenza in Austria. Lo stesso vale per le prestazioni sociali. L’iter è comunque lungo, visto che dovranno essere modificate complessivamente quattro leggi. Il doppio passaporto è stato sempre bocciato da Roma, sia dal governo Gentiloni che dal primo esecutivo Conte. Ora il tema è stato rilanciato dagli ex partner di coalizione Oevp e Fpoe, che presto potrebbero tornare a governare assieme. In Austria la notizia dell’approvazione dell’emendamento è passata in sordina sui media nazionali. Diversamente in Alto Adige, dove la Suedtiroler Freiheit, il partito fondato da Eva Klotz, parla di «un bel segnale a quasi 100 anni dagli accordi di Saint-Germain che sancirono la divisione dell’Alto Adige dal Tirolo». Secondo il partito, si tratta «di un gesto profondamente europeista dell’Austria nello spirito di un’Europa senza confini». L’ex assessore provinciale Bruno Hosp, a nome degli ex consiglieri Svp, definisce l’emendamento «un segnale europeo della patria sovrana Austria». «Si tratta – aggiunge – di una chiara dichiarazione di intenti». Anche i Freheitlichen, il partito gemello della Fpoe, plaudono all’iniziativa.