Continua la tre giorni di Forza Italia alle Terme Salus di Viterbo. Ieri il vicepresidente azzurro Antonio Tajani ha aperto l’incontro “L’Italia e l’Europa che vogliamo” lanciando un chiaro messaggio: “Non siamo sovranisti ma siamo patrioti, convinti che la nostra Patria deve essere tutelata dai valori dell’Europa. Non pieghiamo la testa di fronte a Berlino o Parigi, né c’è stata genuflessione nel voto per Ursula von der Leyen al vertice della Commissione Ue, contro il candidato della sinistra. Nessuno in Fi vuole inciuci con Di Maio o Renzi, che hanno culture alternative alla nostra e sono interessati alla spartizione delle poltrone e all’elezione del successore di Sergio Mattarella, che non dovrebbe essere oggetto di scambi tra partiti”.

Poi Tajani passa la parola al segretario Antonio Lopez del Ppe, di cui Fi fa parte. Lopez attacca i populisti, critica il “pericolo di salvinizzazione, di una retorica minacciosa e di accentramento del potere”, che stravolgerebbe la natura moderata del centrodestra. Poi l’attenzione si sposta su uno studio di Tecnè, con l’elettorato di Fi che guarda al ceto medio, dove cresce l’astensionismo. Il partito vede grandi potenzialità di recupero di consenso, soprattutto nei quasi 2 milioni di “osservatori interessati” e nei quasi 8 milioni di “critici non ostili.

Sull’analisi si sono confrontati Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, la vicepresidente di Tecnè Michela Morizzo, Gregorio Fontana, responsabile organizzazione di Fi e la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini. Sallusti ha avvertito che la “democrazia morirà se mette la politica nelle mani di incapaci. C’è una colpa enorme della famiglia di Fi – ha proseguito – che ha subito tre scissioni: Fini, Alfano, Verdini. Per recuperare voti deve avere una sua identità. Va bene fare accordi con Salvini e Meloni, ma non a qualsiasi costo”.

Nel suo intervento la senatrice Bernini ha precisato come “in questo surreale quadro, il Pd per la quarta volta perde le elezioni, ma governa e alla rabbia dell’elettore medio si sostituisce la rassegnazione. Su questo dobbiamo fare autocritica ed evitare troppi personalismi”.

Domattina sarà a Viterbo Silvio Berlusconi, che nel frattempo ha detto: “Non siamo estremamente favorevoli a trasformare la legge elettorale tutta in maggioritario, perché il partito principale di ogni coalizione ne avrebbe in mano le sorti, credo che una quota di proporzionale sia assolutamente indispensabile”. In merito al nuovo partito fondato da Renzi, Berlusconi augura successo, in quanto “non è un estremista”, ma è sereno sulla possibilità che gli rubi consensi perché “una parte degli elettori di Renzi guarda con antipatia a Fi e viceversa, quindi l’unione dei due partiti farebbe allontanare una percentuale non minima dell’uno e dell’altro e la somma sarebbe molto inferiore ai due partiti divisi”