CAMPOBASSO. C’è apprensione e polemica in Molise per l’impennata di contagi registrata nei giorni scorsi. Dall’inizio dell’emergenza la Regione è stata tra quelle con meno casi registrati. Poi c’è stata in un’impennata. Circa 80 persone appartenenti alla comunità Rom sono risultate positive. Il veicolo del contagio sarebbe stato l’assembramento di decine di persone a un funerale che si è svolto il 30 aprile a Campobasso. Un nuovo focolaio che le autorità sanitarie hanno identificato immediatamente. Sono invece risultati negativi i tamponi effettuati sulle persone che abitano nei condomini dove risiedono alcuni appartenenti alla comunità. Il bilancio totale dei contagiati in Molise è di 226 persone.
«Il picco c’è stato – ha commentato il governatore del Molise Donato Toma – ma si mantiene comunque nell’alveo della controllabilità. Il mio compito è quello di far curare le persone infette e non farne infettare altre. Che ci sia stato un comportamento irresponsabile da parte di chi è andato a dare le condoglianze, che la vigilanza doveva essere molto più attenta, e che la competenza sul territorio è del sindaco sono cose oggettive».
L’Opera nomadi del Molise è intervenuta per chiedere di «non alimentare la campagna d’odio». In una nota hanno scritto che «le Comunità Rom vivono in Molise da 600 anni, integrate nel tessuto urbano di cinque città e cittadine della nostra regione, fra cui i due capoluoghi di provincia». Poi, il racconto di un episodio che si sarebbe verificato a Isernia dove «a un nostro giovane è stato impedito di entrare in un supermercato». Da qui, un appello al sindaco e al procuratore della Repubblica a «intervenire per questa ingiustizia».