L'ESERCITO TURCO ATTACCA LA SIRIA, RAID CONTRO I CURDI
La Turchia attacca, raid in Siria. L’operazione militare della Turchia contro le forze curde nel nord-est della Siria è cominciata: lo ha annunciato su Twitter il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. L’offensiva ha provocato finora almeno 11 morti, di cui otto civili, secondo fonti locali. Anche le truppe della Turchia hanno oltrepassato il confine e sono penetrate nel nord della Siria, dando il via all’offensiva di terra, come spiega il ministero della Difesa turco citato dall’agenzia Anadolu.

“L’offensiva terrestre delle forze turche è stato respinto dai combattenti dell’Sdf a Tal Abyad”ì, ha su Twitter il portavoce dell’Sdf, le Forze democratiche siriane dominate dalle milizie curde Ypg, Mustafa Bali, poco dopo l’annuncio di Ankara dell’inizio dell’offensiva di terra.

“Caccia turchi hanno lanciato raid su aree civili. C’è grande panico fra la popolazione nella regione”, ha twittato un portavoce dei combattenti curdi nel nord della Siria. I raid dei jet turchi sull’area di Ras al-Ayn sono confermati anche da fonti militari di Ankara, che sostengono di prendere di mira obiettivi delle forze curde dell’Ypg.

Diverse esplosioni sono avvenute nella località siriana di Ras al-Ayn, alla frontiera con la Turchia, nell’area in cui è iniziata l’operazione militare turca contro le forze curde. Lo riferiscono le tv locali, mostrando le immagini di una fitta coltre di fumo che si leva dalla parte siriana del confine.

L’artiglieria turca ha iniziato a colpire obiettivi delle forze curde dell’Ypg a Tal Abyad, l’altro punto da cui l’esercito di Ankara intende entrare in Siria oltre a Ras al-Ayn, già bombardata dai caccia nei minuti scorsi. Lo riferisce l’agenzia statale turca Anadolu.

Si registrano le prime vittime civili dei raid aerei e di artiglieria turchi nel nord-est della Siria nell’ambito della nuova campagna militare di Ankara contro le forze curdo-siriane a est dell’Eufrate e a ridosso della frontiera turca. Lo riferisce il comando delle operazioni delle forze curdo-siriane, senza fornire ulteriori dettagli. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni sul terreno.

Trump, Usa non appoggiano attacco turco in Siria – “Gli Stati Uniti non appoggiano l’attacco turco in Siria e hanno detto chiaramente alla Turchia che questa operazione è una cattiva idea”, ha affermato il presidente Donald Trump in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. Trump si aspetta che la Turchia, dopo aver “invaso” la Siria, rispetti “tutti i suoi impegni”, tra cui “proteggere i civili, le minoranze religiose, inclusi i cristiani, e assicurare che non ci sarà alcuna crisi umanitaria”. “Inoltre la Turchia è ora responsabile nel garantire che tutti i combattenti dell’Isis catturati restino in prigione e che l’Isis non rinasca in nessun modo o forma”, aggiunge. “Noi li richiameremo ai loro impegni”, afferma il tycoon, e “monitoreremo strettamente la situazione”.

Boris Johnson e Donald Trump condividono “una seria preoccupazione per l’invasione della Turchia nel nord est della Siria”, sottolinea Downing Street in una nota in cui dà conto di una telefonata fra il premier britannico e il presidente americano. Telefonata nella quale, secondo Londra, è stato evidenziato anche “il rischio di una catastrofe umanitaria” a causa dell’azione di Ankara contro le milizie curde. I leader hanno discusso pure di dazi e del caso d’una diplomatica Usa sfuggita alla giustizia britannica.

Gli ambasciatori in Turchia dei Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu sono stati invitati al ministero degli Esteri di Ankara per essere aggiornati sugli sviluppi dell’operazione militare lanciata oggi dalla Turchia nel nord-est della Siria.

E le autorità curdo-siriane annunciano una mobilitazione e allerta generali in tutto il Nord-Est siriano per difendersi dalle “minacce dell’esercito turco e dei suoi mercenari di attaccare la regione frontaliera siriana nord-orientale”.
Intanto l’Isis ha rivendicato una serie di attacchi compiuti contro forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui lo ‘Stato islamico’ ha ammesso tramite i suoi canali sui social network la responsabilità di attacchi compiuti nelle ultime 24 ore contro basi e postazioni curde e Raqqa e nella città di Tabqa, sull’Eufrate.