Se invece ci sarà da aspettare un po’, la sensazione sarà che le forze politiche si siano prese del tempo per cercare la quadra di un governo di transizione. Non per forza quello a matrice Renzi. Non a caso, nel Pd gli schieramenti non sono chiari. Di sicuro l’ex premier dem può contare sui suoi parlamentari, che sono maggioranza sia nel gruppo al Senato sia in quello alla Camera. Ma il segretario Nicola Zingaretti, “con franchezza”, ha detto “no” a “una esperienza di governo Pd-M5s per affrontare la drammatica manovra di bilancio e poi magari dopo tornare alle elezioni”, anche per il “timore dello spazio immenso che questo darebbe a Salvini”.
Un rifiuto che potrebbe non essere granitico, che potrebbe trasformarsi in un’apertura se cambia lo schema. Per esempio, Goffredo Bettini ha chiesto ai Cinque Stelle di cambiare la classe dirigente e di abbandonare i temi “demagogici ed eversivi”, per far nascere “un governo di lungo respiro, con una maggioranza chiara, un programma condiviso e un’ambizione di rinnovamento”. Insomma, un esecutivo che abbia un orizzonte molto più ampio di quello descritto da Renzi. Altrimenti, dice Bettini, si vada al “voto in autunno”. A sinistra, fra gli entusiasti di un ‘governo no tax’ c’è l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso, di Leu, che ha anche in mente qualche nome per il premier: Conte o Tria. Anche a destra la situazione è fluida. FdI è in perfetta sintonia con la Lega e vuole che il governo Conte cada per andare a elezioni prima possibile. Perché i sondaggi parlano chiaro, dicono che un’alleanza Fdi-Salvini sarebbe vincente, e in politica è bene cogliere l’attimo. Anche Forza Italia è per il voto subito. Ma con qualche dubbio. Nel corso dell’incontro con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, ognuno dovrà capire cosa sia disposto a concedere l’altro. FI e FdI mirano ad una futura alleanza di governo, che via Bellerio finora non ha dato per scontata. Però Salvini vuole che anche FI dica ‘no’ al governo istituzionale proposto da Renzi, in modo da stroncarlo.
Luigi Di Maio riunirà a Roma tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle. “Se ce ne sarà bisogno staremo lì anche a Ferragosto – spiega – Dobbiamo tagliare i 345 parlamentari. Siamo ad un passo. Bastano due ore! L’unica apertura che ci interessa è questa, la chiediamo a tutte le forze politiche”. Per uscire dalle secche della crisi, il leader Cinque Stelle si affida “alle decisioni del Presidente della Repubblica”. Anche Zingaretti si appella alla “la saggezza e autorevolezza del presidente Mattarella”. E pure Salvini ha “totale fiducia e rispetto del presidente Mattarella, che – dice- mi sembra abbia ben chiaro il bene dell’Italia”. Tre appelli con parole simili, ma con aspettative diverse.