Le donne medico e dirigente sanitario sono quasi la metà degli iscritti Anaao Assomed, e raggiungono la maggioranza in molte regioni, ma non per questo sono più autorevoli. La crisi della rappresentanza, diffusa in tutti gli ambiti della politica e della società, non risparmia l’universo delle cure, e interroga anche l’area femminile, e le sue istanze di relazioni, priorità, differenze. Il ‘soffitto di cristallò che riguarda le donne medico, così come il lavoro di cura e sui diritti, il rapporto della vita delle donne (e degli uomini) con contenitori organizzativi rigidi (e molto spesso inefficaci oltre che dannosi), e la necessità di cambiare schemi e regole del gioco, sono i temi al centro della Terza Conferenza Anaao Donne, in programma a genova venerdi 11 e sabato 12 ottobre. Economiste/i, filosofe/i, sindacaliste/i, direttrici/direttori generali – riferisce una nota del sindacato dei medici dirigenti – verranno interrogati sulla validità dell’attuale modello aziendalistico applicato al mondo delle cure, tanto criticato da tutti quanto subìto come il minore dei mali possibili. È compatibile questo modello con il governo del mondo delle cure? L’attuale assetto della sanità, così come si è andato trasformando e sempre più specializzando, si può ancora definire equo? E soprattutto, adeguato ad interpretare i bisogni di chi cura e di chi è curato, in particolare delle donne? Intorno a questi temi, attraverso nuovi modelli di partecipazione e parole chiave, per due giorni si confronteranno esperienze ed alternative. Si guarderà agli scenari e ai luoghi della cura che si progettano per il futuro. Con i numeri delle dotazioni organiche di cui si dispone oggi, con i diritti e il benessere lavorativo conquistati o ancora in agenda, da inscrivere in un più ampio codice di solidarietà anche nell’attività sindacale. Senza confini di geografie o di genere. Verso una sanità orientata dalle donne, conclude la nota sindacale.