di WANDA CHERUBINI
VITERBO- Un allarme serio si è acceso su Viterbo, con la città classificata come la seconda peggiore nel Lazio per consumo di suolo nel 2022, superata solo da Roma. Secondo un nuovo rapporto pubblicato dall’Ispra e analizzato da Legambiente, Viterbo ha consumato un’enorme quantità di terra, con 40 ettari di nuovo suolo utilizzati solo nell’ultimo anno, equivalente a ben 56 campi da calcio.
In totale, nel Lazio, l’8,16% della superficie regionale è stato consumato, pari a 140.430 ettari. Questi dati preoccupanti segnalano un aumento di 485 ettari tra il 2021 e il 2022, collocando la regione tra le sette che superano la media nazionale per l’espansione del territorio urbanizzato.
Viterbo, insieme ad altre città, sta subendo una crescita eccessiva di asfalto e cemento, portando con sé gravi rischi idrogeologici che si manifestano in modo evidente durante eventi meteorici estremi. Questo solleva la necessità di un adattamento del suolo alle nuove condizioni climatiche. Legambiente insiste sull’importanza di un’urbanistica che favorisca la rinaturalizzazione, la rigenerazione delle aree urbane esistenti e fermi le nuove costruzioni. In particolare, si richiedono varianti che riducano i volumi edificatori per fermare il consumo eccessivo di suolo.
Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, ha commentato sul fenomeno, definendolo pesante per la regione. Ha chiesto al consiglio e alla giunta regionale di adottare politiche più sostenibili. Queste dovrebbero includere l’ampliamento e la creazione di parchi regionali, normative per abbattere gli abusi edilizi e strategie per garantire la rigenerazione urbana e fermare l’espansione incontrollata, ponendo la sicurezza delle persone e la sostenibilità al centro delle decisioni urbanistiche, in vista del benessere delle generazioni future.