E’ allarme siccità con la neve dimezzata sulle Alpi, i laghi ed i fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate e corsi d’acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre delle sette autorità di distretto.

Un quadro stilato da Legambiente che reputa “preoccupante la carenza di neve, con il 53% in meno sull’arco alpino, e in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%”, secondo i dati di Cima Research Foundation. Legambiente pensa ad una strategia strutturata in otto punti, con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano da una parte l’adattamento ai cambiamenti climatici, e dall’altro permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi. Gli otto pilastri di Legambiente sono: 1) favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare; 2) prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; 3) in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini; 4) interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione; 5) implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie; 6) riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti; 7) utilizzare i criteri minimi ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi; 8) favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti; introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti. Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente ha spiegato: “Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi, livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare”.