Il mondo della letteratura britannica piange la scomparsa di Martin Amis, lo scrittore inglese noto per i suoi romanzi caustici, eruditi e cupamente comici, che hanno ridefinito la narrativa degli anni Ottanta e Novanta. Amis è morto a 73 anni nella sua casa di Lake Worth, in Florida, dopo una battaglia contro il cancro all’esofago, la stessa malattia che nel 2011 portò via il polemista Christopher Hitchens, suo amico sin dai tempi in cui entrambi lavoravano allo Statesman. La triste notizia è stata annunciata dalla seconda moglie di Amis, Isabel Fonseca.

La carriera di Martin Amis comprende 15 romanzi, tra cui spicca la Trilogia di Londra, composta da “Money” (1985), “Territori Londinesi” (1990) e “L’Informazione” (1995). Inoltre, ha scritto un memoir intitolato “Experience”, numerosi saggi e raccolte di racconti. Negli ultimi anni, si era dedicato allo studio delle atrocità di Stalin, dell’Olocausto e della guerra al terrorismo.

Amis era noto per il suo stile elevato nell’affrontare temi considerati volgari, come il mondo del fast food, gli spettacoli erotici e le riviste porno. Nonostante venisse spesso accusato di concentrarsi sugli aspetti repellenti della vita, lui si considerava un sentimentale. Come ha dichiarato al New York Times nel 1985: “Chiunque legga i tabloid si imbatte in orrori molto più grandi di quelli che descrivo”.

I suoi eroi letterari, che chiamava i suoi “Twin Peaks”, erano Vladimir Nabokov e Saul Bellow, che lo hanno influenzato profondamente. Nabokov per il suo amore per le parole, Bellow per la sua esuberanza e vivacità. Tuttavia, c’era un altro modello inevitabile per Martin: suo padre Kingsley Amis, uno degli Angry Young Men degli anni Cinquanta e famoso per il successo del capolavoro comico “Lucky Jim” del 1954. Padre e figlio erano vicini, ma spesso si trovavano in disaccordo, soprattutto dopo che Kingsley si era spostato a destra durante l’era Thatcher, mentre Martin era rimasto fedele al Partito Laburista. La presunta rivalità tra i due faceva la gioia dei media.

Essere il figlio di un famoso scrittore è stato per Martin Amis sia una fortuna che una maledizione. Da giovane, l’ha aiutato a farsi conoscere, ma l’ha anche esposto a gelosie ed invidie. Come ha affermato al Sunday Times nel 2014: “Sarebbe stato diverso se mio padre fosse stato un insegnante”. La fama di Martin è cresciuta negli anni Novanta, alimentata da uno scandalo dopo l’altro. Nel 1994, ha abbandonato la sua agente storica, Pat Kavanagh, moglie dell’amico Julian Barnes, per passare al rivale Andrew Wylie, che la stampa britannica aveva soprannominato “lo Sciacallo”.