DI GIOVANNI TAGLIAPIETRA
E adesso cosa succederà alla sanità del Lazio? Cambiano equilibri, cambiano uomini e situazioni, la crisi nazionale passa sulla testa degli utenti senza che nessuno possa reagire. E il senso di frustrazione e di impotenza sale dal basso. Se in Campidoglio i cambi di alleanze non lasciano il segno in Regione comunque si evolva la vicenda politica nazionale la confusione è generale. Come saranno i rapporti di forze e di potere tra il Pd e il M5S. I grillini hanno tenuto in piedi l’anatra zoppa, ora che faranno? Se il loro matrimonio naufragherà toglieranno il sostegno ad una maggioranza che appare solo virtuale? Se l’accordo andrà lontano, invece, prenderanno parte alla spartizione di potere? O giocheranno un ruolo di moralizzatori seminando il caos e il terrore in un sistema che si regge solo sugli interessi incrociati? E’ difficile su questo piano fare progetti, programmare, decidere con lucidità. Zingaretti vuole continuare in ogni caso a fare il governatore, ha troppa paura di perdere l’unica cosa certa che lo lega al potere, le regionali nel Lazio non sono così lontane. Ma deve anche in ogni caso fare il segretario di un partito nazionale, ha altre regioni nelle quali giocare partite decisive, ci sono commissari da nominare ovunque. Zingaretti deve controllare un Pd che oscilla tra accelerate e frenate e che sta assaporando di nuovo il gusto delle poltrone da spartire. C’è da perdere la testa.
E intanto, sul territorio? Senza una guida diretta, senza un controllo costante su generali e colonnelli, come si può mandare avanti la sanità regionale? Non tutti si fidano, c’è chi vuole lasciare gli ormeggi e puntare ad altro anche nel management che oggi controlla per conto del governatore gli affari locali. Tutti avevano sperato che con confusa e sofferta nomina dei nuovi direttori generali per le poltrone vacanti si ricominciasse a macinare programmazioni, attività, servizi. In realtà la situazione di stallo rimane. A Frosinone il nuovo Dg Stefano Lorusso prende servizio in questi giorni, viene da una esperienza di riorganizzazione della sanità sarda che si sta già sgretolando alle sue spalle, al San Giovanni Addolorata il successore di Ilde Coiro, Massimo Annichiarico, non ha ancora acceso i motori, ma sono in molti a temere che possa rovinare un giocattolo appena restaurato; del nuovo responsabile del Policlinico Universitario S.Andrea Adriano Marcolongo non si è ancora avvertita la presenza, ma arriva accompagnato da un bagaglio di autorevolezza. E la sede rimasta sospesa, quella di Tivoli? Pare che a fine mese la poltrona verrà coperta da Giorgio Santonocito, siciliano, uomo di fiducia del governatore Musumeci. Obiettivamente lontanissimo dalle complicate problematiche politico-socio-sanitarie della Asl Roma 5. Dicono che abbia fatto un po’ di melina prima di accettare, lasciando l’Azienda sanitaria laziale appesa ad una situazione di precarietà. Se n’è andato anche il direttore sanitario, elemento di continuità e punto di riferimento ineguagliabile, quanto ci vorrà per rimettere ordine in uno dei territori più complicati della geografia sanitaria laziale?
Ma non è finita, si avvicinano a grandi passi i rinnovi di altre poltrone importanti, Zingaretti ci ha già pensato? Deve sistemare qualche personaggio deluso e da rimettere a nuovo del Pd di altre regioni? Perché ci sono pochi dubbi sul fatto che le ultime scelte rispondano a questa logica. In passato diversi manager hanno accettato gli incarichi e poi sono scappati via appena hanno potuto, imbarazzati dalle strane liturgie di potere che vengono officiate ai piani altri della Regione. Lascerà tutto fermo per un po’ come ha fatto nella tornata di nomine precedenti, prendendo tempo e n ominando i dg in uscita commissari straordinari? E’ certo che il clima di incertezza ci accompagnerà a lungo. Come si fa nel frattempo a risolvere le grandi questioni di programmazione, le emergenze insolute delle liste d’attesa, dei Pronto Soccorso, dei rapporti incandescenti con la sanità accreditata? Troppi interrogativi, troppi dubbi da sciogliere. E’ difficile garantire in queste condizioni una sanità che funzioni e che venga incontro alle reali esigenze dei cittadini