Il dossier di Legambiente condanna la capitale. La sentenza è : disastro ambientale, non è solo questione di rifiuti non raccolti, è il sistema che non regge più. Dopo tutte le promesse e gli annunci la differenziata è scesa al 43,9%. Praticamente un disastro. E non ci sono segnali di una possibile ripresa. Ma intanto i romani pagano regolarmente la tassa sui rifiuti e rischiano una multa se non si comportano correttamente.

 

Di Giulio Terzi

 

Praticamente un disastro ambientale. Il rapporto di Legambiente “Ecosistema urbano 2019 “ fotografa il flop totale delle politiche ambientali in città Per la prima volta nella storia, da quando il dato viene misurato, la percentuale di raccolta differenziata della Capitale scende. Il dossier mette insieme le performance ambientali dei capoluoghi italiani  e stila una classifica. A trainare Roma all’89esimo posto ci sono diversi fattori ambientali critici ma soprattutto il macigno differenziata: nel 2018 al 43,9%, dal 44,3 del 2017. Una debacle già evidente dalla condizioni delle strade di Roma e dei suoi cassonetti, sotto gli occhi di tutti. L’allarme è di quelli seri e per quanto la Raggi e i suoi fedelissimi cerchino di gettare acqua sul fuoco l’emergenza si tocca per mano“Per la prima volta da sempre assistiamo, nella Capitale, a un incredibile peggioramento della percentuale di raccolta differenziata, questi numeri sono il risultato di una gestione totalmente inadeguata del ciclo dei rifiuti da parte dell’amministrazione – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – negli ultimi tre anni infatti non è stato costruito alcun impianto per la gestione della differenziata, nessuna isola ecologica, niente progetti seri di riduzione tanto meno politiche con visioni lungimiranti”.

Insomma, tanti obiettivi ma zero o quasi traguardi per quanto riguarda i rifiuti zero e la trasformazione del rifiuto in risorsa. Imbarazzante l’ordinanza del sindaco che  ad agosto, in piena emergenza rifiuti, obbligava i cittadini all’utilizzo di sacchetti trasparenti, un modo per responsabilizzarli nei conferimenti e per aiutare gli operatori Ama che si trovano a smistare l’immondizia. Non se ne è più parlato, sui sacchetti trasparenti è stato steso un pietoso velo di silenzio mediatico, così come sulla disposizione data agli operatori ecologici di mettersi a multare i cittadini ecologicamente scorretti. Sia chiaro, la sgangherata politica dei rifiuti (e la dimensione della città naturalmente è un alibi non trascurabile ma non cambia la sostanza delle cose) è un problema squisitamente romano, ma il Lazio non si può dire che sia virtuoso. Fa meglio di Roma Viterbo con un 55,2% di rifiuti correttamente separati e avviati a riciclo. Mentre molto sotto Roma troviamo Rieti con il 27,3%, Latina con il 24 e fanalino di coda Frosinone con il 17,9%. Per quanto riguarda il numero di persone servite dal porta a porta, abbiamo prima in classifica Viterbo con il 45,3%, segue Latina al 34,7, terza la Capitale con il 33,9 e ultima in lista Frosinone al 21,7 . E questi sono problemi della Giunta Zingaretti