Dott. Massimo MiragliaParla il vice presidente di Aiop Lazio Massimo Miraglia. Ministero e Regione devono uscire dalla logica dei costi e ragionare invece in termini di investimenti. E non ci deve essere differenza tra il nostro lavoratore e quello pubblico. La copertura economica non può essere a carico degli imprenditori. Il governo centrale deve garantire tutti aumentando i diversi fondi sanitari regionali

 

Di Giuseppe Merico
Entra in gioco un nuovo ministro alla vigilia di uno sciopero nel comparto della sanità privata e l’agitazione viene sospesa. Roberto Speranza ha ancora una visione molto “basic” del problema ma ha avuto l’intelligenza di convocare immediatamente le parti e di impegnarsi per la riapertura delle trattative sul nuovo contratto. È una buona prassi nelle relazioni sindacali ma c’è fretta di arrivare al dunque, i sindacati agitano la bandiera della protesta e lamentano un decennio di mancato rinnovo del contratto. L’Aiop Lazio gioca una partita delicatissima in un momento molto particolare della sanità regionale. Si è mossa per prima nei confronti dei sindacati ma questo ovviamente non basta per porre le basi per un accordo. Ne parliamo con Massimo Miraglia, vice presidente di Aiop Lazio.
Al di là degli slogan e delle liturgie sindacali quali ragioni riconoscete alla controparte e di chi è realmente la responsabilità del corto circuito contrattuale? Ci faccia un quadro della situazione
“Siamo certamente di fronte ad una premessa favorevole al rinnovo, considerando che gli anni trascorsi sono una vergogna perché hanno contribuito a generare una sorta di classismo tra i Lavoratori del settore privato e gli omologhi del servizio pubblico. Pur apprezzando l’apertura offerta dal Ministro, siamo tuttavia consapevoli che la questione viva del rinnovo è rappresentata non tanto dalla parte normativa, che dovrà essere attualizzata, ma quanto dall’aumento economico. Un rinnovo contrattuale semplice ed al tempo stesso assai complesso, quindi”.
Qual è in questo momento la situazione degli imprenditori privati?
Per capire meglio la nostra situazione si deve fare una premessa sostanziale: da anni i ricavi del privato sono bloccati dai “budget”(nella nostra Regione Lazio addirittura in questi ultimi 8-9 anni hanno subito importanti tagli) ed invece i costi (forniture, appalti, utenze) hanno subito rialzi costanti. Le tariffe Regionali (DRG) sono bloccate mediamente da almeno 5 anni in tutta Italia (nella nostra Regione Lazio ancora da più anni).Da questa premessa si capisce che la situazione non è delle migliori. Allo stesso tempo però abbiamo il dovere di tutelare i nostri dipendenti grazie ai quali le nostre strutture erogano le migliori prestazioni possibili. Non è un segreto il fatto che complessivamente la componente privata “costa” di meno rispetto a quella pubblica.Ritengo sia fondamentale uscire fuori dagli schemi classici secondo i quali Ministero/Regioni ci vedono come costi e ragionare invece in termini di investimento.A questo punto il “rinnovo sostenibile” lo chiediamo anche noi insieme ai nostri lavoratori ed ai sindacati stessi. Dobbiamo essere convincenti affinché non esista differenza tra il nostro lavoratore e quello pubblico.
Le attese sono incentrate quindi sul piatto delle risorse economiche. Lei crede che si potrà giungere ad una soluzione?
Siamo certamente soddisfatti per l’apertura del Ministro e delle Regioni, noi saremo vigili perché si possano creare reali condizioni per un rinnovo soddisfacente considerando, e questa è una rivendicazione, che la copertura economica non può essere a carico degli imprenditori. Questa rivendicazione è frutto sia della premessa fatta prima che anche dal fatto che quando viene siglato il rinnovo del CCNL della componente pubblica, la relativa copertura viene garantita a tutte le Regioni da parte del Governo Centrale, aumentando i vari fondi sanitari Regionali.
Nelle relazioni sindacali del vostro comparto, nelle trattative con la controparte voi giocate una partita diversa da quella che la Pubblica Amministrazione conduce con i suoi dipendenti del comparto sanità. Questo vi penalizza…
Certo, nelle tornate contrattuali del nostro settore non opera una rappresentanza negoziale come nei comparti pubblici, quale è l’Aran, e questo è un elemento sostanziale sul quale andrebbe fatta qualche considerazione approfondita. L’Agenzia ricopre infatti non solo il ruolo di agente contrattuale in rappresentanza delle amministrazioni pubbliche ma si occupa, ad esempio, anche di attività di studio, monitoraggio e documentazione utili ai fini della contrattazione. Un punto di qualificato raccordo tra la Pubblica Amministrazione e i propri dipendenti che effettua un monitoraggio costante dell’applicazione dei contratti collettivi nazionali e sulla contrattazione integrativa, verificando eventuali criticità, inviando un rapporto completo annuale al Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell’Economia e Finanze. Da ultimo, riceve periodicamente dal MEF e dall’ISTAT un rapporto sull’evoluzione delle retribuzioni dei dipendenti pubblici e a sua volta lo rigira al Governo, ai Comitati di settore dei comparti Regioni e alle Commissioni parlamentari competenti. Vorremmo essere trattati al pari del pubblico ed arrivare al rinnovo basandoci sugli stessi elementi di monitoraggio, documentazione e studio come avviene di regola nel pubblico, che porti quindi in automatico la copertura economica.