Parla la presidente di Aiop Lazio. “Informiamo i cittadini che ci viene imposta una riduzione di finanziamento del 6%. O facciamo pagare di più le prestazioni specialistiche ambulatoriali o ragionano con noi e ci fanno contribuire all’abbattimento delle liste d’attesa”. “Pronti al dialogo, ma se la controparte non si siede al tavolo….”
Di Giulio Terzi
Gli imprenditori della sanità privata lamentano la riduzione del livello di finanziamento relativo all’acquisto di prestazioni di specialistica ambulatoriale operata per Decreto dalla Regione Lazio, che contrae la spesa della sanità accreditata a carico del Sistema Sanitario Regionale Da qualche tempo, nelle 120 strutture associate alla A.I.O.P. (Associazione Italiana dell’Ospedalità Privata) capita di vedere affisso un volantino informativo che spiega nel dettaglio la tipologia delle prestazioni (Tac, risonanze, ecografie, etc) , avvisando sull’allungamento dei tempi di erogazione e diagnosi e paventando peraltro un maggior ricorso alla spesa “out of pocket” , a carico cioè del cittadino-utente. Dietro il volantino c’è evidentemente un problema serio del quale l’Aiop si fa carico come associazione datoriale in difesa dei propri associati e degli utenti. Ne abbiamo chiesto conto alla dr.ssa Jessica Faroni, Presidente di AIOP Lazio e Presidente di uno dei maggiori gruppi imprenditoriali della sanità privata accreditata laziale, il Gruppo INI, e che in merito alla questione tiene una posizione molto dura.
Il volantino spiega in sostanza che la Regione continua a tagliare sul privato, mettendovi con le spalle al muro. E’ così?
“Il volantino rappresenta una iniziativa diretta della Associazione cui afferiscono oltre 100 strutture sanitarie nella Regione Lazio, ed è infatti correntemente affisso con il proposito di informare i cittadini che fruiscono dei nostri servizi sulle conseguenze del “taglio” di una ulteriore quota economica del 6% destinata alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, diagnostica di alta specialità compresa. Gli utenti devono essere messi al corrente di come cambia nei fatti il loro rapporto economico con il sistema. Certo non sono gli amministratori regionali a spiegarlo”
Ci provi lei, allora
“In buona sostanza il risparmio che si andrebbe a realizzare con la contrazione disposta dalla Regione Lazio mediante l’adozione del Decreto del Commissario ad Acta n. 246 del 1° luglio scorso, stride letteralmente con l’intento, oggi noto a tutti, di perseguire l’abbattimento delle liste d’attesa ( tra l’altro in modo farraginoso e poco efficace) perché, sul piano pratico, colpirebbe proprio l’erogazione delle prestazioni in numero tale da vanificare invece la riduzione delle liste stesse. Ci devono essere altri sistemi per pareggiare i conti, noi come associazione siamo disponibili al dialogo, siamo pronti a discuterne. Ma se la controparte non si siede ad un tavolo….”