Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che in Italia non serve il salario minimo, ma piuttosto un salario “ricco”. Durante il suo intervento all’Assemblea di Coldiretti, Tajani ha sottolineato che l’Italia non è l’Unione Sovietica, dove tutti ricevevano lo stesso stipendio. L’obiettivo, secondo lui, è realizzare una “rivoluzione liberale” che porti a maggiore benessere economico per gli italiani.
Tajani ha invitato a compiere una rivoluzione liberale giorno dopo giorno, avendo a disposizione cinque anni per farlo. Ogni decisione presa quotidianamente rappresenta un tassello del mosaico per questa rivoluzione liberale. L’obiettivo finale è promuovere il benessere economico del paese.
Il vicepremier ha anche criticato l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE). Sebbene riconosca che la BCE sia un istituto bancario indipendente, Tajani non condivide l’aumento dei tassi di interesse in un contesto in cui l’inflazione è causata dall’aumento dei prezzi delle materie prime. Secondo lui, la banca non dovrebbe mettere in ginocchio imprese e famiglie. Tajani ha evidenziato che un aumento dei tassi di interesse crea preoccupazione, soprattutto considerando che ci sono 1.800 miliardi di euro di risparmi bloccati nelle banche. Invece di aumentare i tassi, Tajani ritiene che si dovrebbe favorire la crescita economica.
In sintesi, Tajani sostiene che in Italia non sia necessario un salario minimo, ma piuttosto un salario “ricco” che contribuisca al benessere economico degli italiani. Invita a realizzare una rivoluzione liberale, compiendo un passo avanti ogni giorno per raggiungere questo obiettivo. Critica anche l’aumento dei tassi di interesse della BCE, sostenendo che si dovrebbe favorire la crescita invece di mettere in difficoltà le imprese e le famiglie.