Quando hanno visto la malaparata, a urne ancora aperte, hanno cominciato ad abbassare i toni, a dire che la sconfitta era prevista. Che non cambia niente. Imbarazzante. Per il governo giallo-rosso la lezione umbra è pesante, severa. E meritata. Hanno sfidato le leggi della gravità politica è sono caduti con un tonfo sonoro. Zingaretti, Conte, Di Maio. Adesso dovranno faticare parecchio per raddrizzare la barca. Il machiavellico Renzi si è tirato fuori ed esce indenne dalla clamorosa débâcle.  Dall’altra parte c’è il grande ritorno, la vendetta di Matteo Salvini.  Solo qualche mese fa pochi avrebbero scommesso che l’Umbria rossa si sarebbe scoperta leghista. Dopo decenni di amministrazione rossa il trauma è forte. Ha vinto il centro destra, naturalmente, ma il Carroccio pare abbia superato in alcuni centri il 40 per cento. Qualcosa di grosso sta per accadere davvero, ora c’è la Calabria, poi tocca all’Emilia Romagna. E affilano le armi in Puglia. Tutto questo incrementa il pathos di queste ore e di questi giorni. Il governo sta varando la manovra, terrà conto della nuova situazione che si va delineando? Certo non potrà fare finta di niente. Conte ne esce male, anche se ha provato a dire che in fondo l’Umbria non conta niente. E la politica torna nel caos, l’Italia trema. Siamo nelle mani sbagliate?