Il 25 aprile si avvicina e il governo cerca di raffreddare le polemiche che si sono innescate attorno alla celebrazione della Festa della Liberazione. La Lega sembra volersi smarcare da questa querelle.
La Russa, presidente del Senato, cerca di uscire dall’occhio del ciclone precisando da un lato e preannunciando querele dall’altro, mentre Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, garantisce una certa ufficialità alle celebrazioni della Festa della Liberazione, confermando che sarà lui a rappresentare l’esecutivo recandosi in un luogo simbolo degli orrori nazi-fascisti, le fosse Ardeatine.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha apertamente riconosciuto l’importanza della celebrazione del 25 aprile, sottolineando che “dall’8 settembre 1943 in questo paese si è combattuta una guerra di Resistenza e la liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi.”
Salvini è stato più prudente, limitandosi a dire che “celebrerà il 25 aprile” ma lavorando, mentre La Russa cerca di sfilarsi dal fuoco incrociato nato dopo le sue dichiarazioni dei giorni scorsi (“la parola antifascismo non c’è nella Costituzione”).
L’Anpi conferma il tradizionale corteo antifascista di Roma per ribadire che “la Storia non può essere riscritta da chi nutre sentimenti di nostalgia per il suo periodo più buio”. Sul 25 aprile il segretario del Pd, Elly Schlein, ribadisce l’importanza di mantenere la visione antifascista.
Martedì il presidente Mattarella è atteso a Cuneo e a Boves, anche qui ci fu un eccidio nazista. Il capo dello Stato farà un discorso forte, senza amnesie storiche, per ribadire l’importanza e la sacralità della memoria dei caduti nella lotta contro il nazifascismo e per ricordare le atrocità commesse a causa di questa ideologia.