Il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, ha risposto alle lettere di alcuni sindaci riguardo alla registrazione dei figli di coppie gay. Roccella ha sottolineato che i sindaci conoscono le leggi e le sentenze che ne derivano e che non c’è nulla da negoziare in merito. La protesta dei sindaci riguarda la sentenza della Cassazione, che traccia criteri interpretativi chiari sulla gestazione per altri e sul riconoscimento dei rapporti di filiazione con il genitore di intenzione. La ministra ha spiegato che la pronuncia del massimo organo giurisdizionale dello Stato esclude la trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero che indichi quale genitore del bambino il padre d’intenzione. La ministra ha sottolineato l’importanza di garantire al bambino nato da maternità surrogata gli stessi diritti degli altri bambini nati in condizioni diverse attraverso l’adozione, e che il riconoscimento della genitorialità richiede una valutazione di concretezza e non può essere affidato ad uno strumento di carattere automatico.

In risposta alla questione delle registrazioni delle adozioni dei figli delle coppie omogenitoriali, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha sollecitato la creazione di un asse molto largo che veda composto da Verdi, sinistra, Terzo Polo e M5s. Inoltre, alcuni sindaci delle principali città italiane si sono mobilitati a favore del riconoscimento dei diritti delle coppie omogenitoriali, annunciando l’assemblea “Le città per i diritti” che si terrà il 12 maggio prossimo a Torino. Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha descritto l’iniziativa come “un’assemblea di sindache, sindaci, amministratrici e amministratori locali. Contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie”. La mobilitazione è stata appoggiata anche dai sindaci di Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze e Bari. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha affermato che la battaglia per i diritti delle coppie omogenitoriali richiederà la convergenza di molte forze politiche diverse.