Ma il problema della scuola sono i precari? Il coronavirus ha  bloccato il ciclo scolastico, ha costretto alunni ed insegnanti a trovare sistemi alternativi di comunicazione, in sostanza di fatto si è praticamente interrotto il ciclo educativo con conseguenze per ora non valutabili ma nel contempo la sorte ha offerto una occasione imperdibile per resettare il sistema, per rifondarlo, se necessario, in un momento storico in cui tutto si confonde e si sfarina e le nuove generazioni stanno avanzando senza punti di riferimento. Priorità alla salute certo, ma la formazione non può essere messa nell’angolo. E invece ci troviamo in una fase di stallo che non ha precedenti, con un ministro che appare sempre più inadeguato. E qual è il problema di fondo? Quello che non dovrebbe esserci, quello dei precari. La questione è aperta da tempo immemorabile, pluridecennale. non è mai stata portata fino in fondo. E di che cosa hanno discusso l’altra notte a Palazzo Chigi? Dei precari. Non della difficoltà di una esame di maturità abborracciato, non dei problemi della riapertura delle scuole a settembre (tanto c’è l’ennesima task force di esperti a ragionarci sopra), ma di contratto. E sul decreto scuola è muro contro muro, da giorni va avanti un braccio di ferro nella maggioranza. E tocca al premier Giuseppe Conte avanzare una proposta di mediazione per arrivare a un accordo sul nodo dei concorsi e sulla norma del decreto scuola che dovrà essere votata lunedì. Ma i toni, da quanto si è saputo,  sono stati molto accesi e le posizioni, assai distanti, non sarebbero state scalfite. Nell’ultinma riunione, che è stata descritta a tratti tesa, si sarebbero cristallizzati i due schieramenti: M5S e Italia Viva da una parte, Pd e LeU dall’altra. Al centro del ‘contenzioso’ il concorso straordinario, per circa 25 mila posti, per i precari che da più di tre anni insegnano: da un lato Pd e Leu si battono per un concorso per soli titoli, anche vista l’emergenza Covid e la possibile difficoltà nel fare svolgere i concorsi, dall’altra M5S con la ministra Azzolina e Italia Viva vogliono lo svolgimento delle prove come era stato previsto, salvo impennate dei contagi. Ma si può bloccare un settore strategico come la scuola su questo? E del resto quando si parlerà?