Un recente rapporto della Banca d’Italia svela che l’economia delle regioni italiane sta mostrando segni di rallentamento. Tuttavia, la buona notizia è che non si sta verificando un ulteriore aumento del divario economico tra il Nord e il Sud del paese, e il Mezzogiorno sembra essere meno colpito dall’impatto del rallentamento industriale.
Durante la pandemia, il Mezzogiorno aveva tratto beneficio dalla maggiore presenza del settore pubblico, ma ora sembra non riuscire a ridurre il tradizionale divario economico con il Nord. Il rapporto sottolinea inoltre che, nonostante una diffusa riduzione del tasso di disoccupazione, ci sono ancora ampi margini di forza lavoro inutilizzata, specialmente nelle regioni del Sud.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) destina il 42% dei 111 miliardi di fondi con una chiara destinazione territoriale al Sud. Tuttavia, la Banca d’Italia sottolinea che il Sud deve anche sfruttare appieno le risorse ordinarie e i fondi strutturali disponibili. Questi fondi rappresentano una grande opportunità per il paese e, in particolare, per il Sud, che ha sofferto per anni a causa delle crisi economiche.
Il rapporto rivela che al 30 giugno erano ancora disponibili 23 miliardi di fondi di coesione nazionali e comunitari che dovrebbero essere utilizzati entro la fine dell’anno. Tuttavia, è possibile che questa somma si sia ridotta nei mesi successivi e che le modifiche normative possano consentire il loro trasferimento su altri fondi.
In sintesi, mentre l’economia delle regioni italiane rallenta, è essenziale che il Sud utilizzi appieno le risorse a sua disposizione per affrontare le sfide economiche e ridurre il divario con il Nord. Il Pnrr offre un’opportunità unica per farlo, ma occorre una gestione oculata e efficace delle risorse.